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Tag: Pianificazione patrimoniale

Il più grande passaggio generazionale di ricchezza nella storia d’Italia

Il più grande passaggio generazionale di ricchezza nella storia d’Italia

L’Italia si prepara a un passaggio epocale nella trasmissione della ricchezza familiare: nei prossimi vent’anni, si stima che oltre 5.300 miliardi di euro passeranno di mano tra le generazioni. Questo fenomeno, rilevato da un’indagine Fineco, è particolarmente rilevante in un Paese che conta la popolazione più anziana d’Europa e un alto tasso di dipendenza degli over 65.

Cosa significa il “più grande passaggio generazionale di ricchezza” per l’Italia?

Nei prossimi 20 anni, l’Italia assisterà a un trasferimento generazionale di ricchezza superiore a 5.300 miliardi di euro, secondo un’indagine di Fineco. Questo patrimonio è detenuto principalmente da famiglie con capofamiglia over 65, la cui ricchezza media è di 289.186 euro, e da famiglie di 55-64enni con patrimoni medi di circa 477.000 euro.

Perché si parla di un divario generazionale così ampio?

I 30enni di oggi – i futuri eredi – possiedono in media soltanto 50.000 euro, mentre gli anziani dispongono di un patrimonio 2,5 volte superiore. Ciò accentua il fenomeno del trasferimento di grosse somme di denaro e beni da una generazione con un alto tasso di ricchezza a una più giovane che, invece, ne possiede molto meno.

In che contesto demografico avviene questo trasferimento di ricchezza?

L’Italia è il Paese europeo con la popolazione più anziana:

  • 23,8% di over 65
  • 7,6% supera gli 80 anni
  • Tasso di dipendenza degli anziani al 37,5%, il più elevato in Europa.

Questa situazione fa sì che pochi eredi ricevano una ricchezza molto concentrata.

Perché è importante la pianificazione della ricchezza in questa fase storica?

La gestione di questo grande patrimonio richiede una pianificazione attenta, anche perché la composizione della ricchezza è mutata negli ultimi anni:

  • Le attività finanziarie hanno acquisito più valore.
  • Gli immobili hanno visto una diminuzione, o comunque un rallentamento, nel loro valore.

In tale scenario, è cruciale far fruttare al meglio le eredità, garantendo stabilità economica alle nuove generazioni.

Quali sono le principali sfide per i giovani che ereditano patrimoni così ingenti?

Il gap generazionale tra giovani e anziani tende ad aumentare, e i nuovi eredi potrebbero trovarsi a gestire un’importante eredità senza esperienza adeguata. Proprio per questo diventa essenziale ricevere una consulenza professionale, per evitare decisioni non informate che potrebbero compromettere il valore del patrimonio ereditato.

Come può aiutare un consulente finanziario indipendente in questo processo?

Affidarsi a un consulente finanziario indipendente consente di:

  • Valutare correttamente la natura del patrimonio (finanziario, immobiliare, ecc.).
  • Pianificare investimenti sostenibili e in linea con le esigenze dei nuovi eredi.
  • Evitare conflitti di interesse, poiché il consulente non è vincolato a banche o società di investimento che propongono prodotti propri.

Conclusioni

Il passaggio generazionale di ricchezza, stimato in oltre 5.300 miliardi di euro, rappresenta una sfida e un’opportunità unica per l’economia italiana. L’alto tasso di anzianità e la concentrazione del patrimonio in poche mani richiedono una gestione oculata e una consulenza professionale. In questo contesto, rivolgersi a un consulente finanziario indipendente, può fornire la guida necessaria per investire e preservare il valore di queste eredità a lungo termine. Per maggiori informazioni e supporto, contattami.

Riscatto della laurea: più beneficiari e vantaggi. Scopri a chi conviene davvero

Riscatto della laurea: più beneficiari e vantaggi. Scopri a chi conviene davvero

La recente circolare n. 98 del 25 novembre 2024 dell’INPS ha introdotto un’importante novità per chi ha frequentato gli Istituti Tecnici e Tecnologici Superiori (ITS). Grazie alla legge n. 99/2022, è ora possibile riscattare ai fini pensionistici gli anni di studio presso questi istituti, ma solo per i corsi avviati dopo l’entrata in vigore della normativa.

È possibile riscattare gli anni di studio presso gli ITS ai fini pensionistici?

Sì, la circolare INPS n. 98 del 25 novembre 2024 ha esteso la possibilità di riscatto ai fini pensionistici anche agli anni di studio presso gli Istituti Tecnici e Tecnologici Superiori (ITS), istituiti dalla legge n. 99/2022.

Quali corsi ITS sono validi per il riscatto pensionistico?

Sono validi i percorsi ITS della durata di quattro o sei semestri, purché completati in contesti accreditati. Il riscatto è possibile solo per i corsi avviati dopo l’entrata in vigore della legge n. 99/2022.

Quali documenti sono necessari per richiedere il riscatto?

Per ottenere il riscatto, è necessario richiedere una dichiarazione che confermi il diploma ottenuto secondo i requisiti previsti dalla legge.

Il riscatto degli anni di studio presso gli ITS è automatico?

No, il riscatto non è automatico. Deve essere richiesto dall’interessato tramite le procedure previste dall’INPS e previa verifica dei requisiti.

In che modo il riscatto degli studi ITS o universitari influisce sulla pensione?

L’effetto del riscatto sulla pensione varia in base all’età di inizio della carriera contributiva e alla presenza di periodi senza versamenti.
Si possono delineare quattro scenari:

Possibile ritardo dell’accesso alla pensione.

Anticipo della pensione di più di cinque anni.

Anticipo della pensione di due o tre anni.

Nessuna modifica ai requisiti pensionistici legati all’età.

Conviene sempre riscattare gli anni di studio?

Non sempre. Il riscatto può essere conveniente solo se permette un anticipo significativo della pensione o un aumento dell’importo pensionistico. In alcuni casi, il costo del riscatto potrebbe non giustificare i benefici ottenuti.

Quali alternative esistono al riscatto degli anni di studio?

Una valida alternativa è l’adesione a un fondo pensione, che può risultare particolarmente vantaggiosa quando il riscatto non consente di anticipare la pensione. Un consulente finanziario indipendente può aiutare a valutare le migliori opzioni disponibili.

Perché è importante affidarsi a un consulente finanziario indipendente?

Un consulente finanziario indipendente può fornire un’analisi personalizzata degli effetti del riscatto, considerando i costi, i benefici e le alternative più adatte alla situazione individuale.

Conclusione

Il riscatto degli anni di studio presso gli ITS rappresenta una nuova opportunità per i lavoratori, ma la sua convenienza dipende da numerosi fattori. Prima di procedere, è consigliabile valutare attentamente il proprio caso con l’aiuto di un esperto per prendere la decisione migliore in ottica pensionistica e finanziaria.

Testamento valido: guida pratica alla redazione corretta

Testamento valido: guida pratica alla redazione corretta

Il testamento è uno strumento essenziale per esprimere le proprie volontà successorie. Tuttavia, affinché sia valido e non impugnabile, è fondamentale rispettare precise disposizioni di legge. Il testamento olografo, scritto interamente a mano dal testatore, è una soluzione pratica, ma deve seguire determinate regole per garantire la sua efficacia.

Cos’è il testamento olografo e quali sono i suoi vantaggi?

Il testamento olografo è un documento scritto interamente a mano dal testatore, senza necessità di un notaio. È una soluzione economica e indipendente che consente di pianificare la successione in modo semplice e riservato.

Quali sono i requisiti di validità del testamento olografo?

Secondo l’articolo 602 del Codice Civile, il testamento olografo deve soddisfare tre requisiti fondamentali:

  • Essere scritto interamente a mano dal testatore: Non è ammesso l’uso di strumenti tecnologici o l’intervento di terzi per garantire l’autenticità del documento.
  • Essere datato: Deve contenere giorno, mese e anno per stabilire con certezza il momento della sua redazione e la prevalenza rispetto a eventuali testamenti successivi.
  • Essere firmato dal testatore: La firma deve essere posta alla fine del documento per identificarne con certezza l’autore.

Cosa succede se manca la data nel testamento?

L’assenza della data può rendere il testamento contestabile o addirittura nullo, in particolare se esistono più versioni contrastanti. Per evitare problemi, è essenziale indicare sempre giorno, mese e anno di redazione.

È possibile redigere un testamento congiuntivo o reciproco?

No, il Codice Civile vieta i testamenti congiuntivi (redatti da più persone nello stesso documento) e quelli reciproci (in cui due persone si nominano eredi a vicenda). Tuttavia, testamenti simultanei – ossia redatti separatamente ma nello stesso momento – sono validi.

Dove è meglio conservare un testamento olografo?

Il testamento può essere:

  • Conservato personalmente dal testatore.
  • Affidato a una persona di fiducia.
  • Depositato presso un notaio per maggiore sicurezza.

Un testamento conservato male o smarrito può generare contenziosi tra gli eredi.

Cosa succede se manca la firma del testatore?

La firma è indispensabile per identificare l’autore del testamento. La sua assenza comporta l’invalidità del documento, anche se gli eredi sono d’accordo nel rispettarlo.

Come posso evitare contestazioni sul mio testamento?

Per ridurre il rischio di impugnazioni:

  • Segui scrupolosamente le regole di redazione.
  • Evita ambiguità e dichiara chiaramente le tue volontà.
  • Deposita il testamento presso un notaio per garantirne la conservazione e autenticità.

Seguendo queste indicazioni, il testatore può assicurare la validità del documento e la corretta esecuzione delle proprie volontà nel tempo. Affidarsi ad un consulente finanziario indipendente che si avvale di professionisti dedicati permette di fare la scelta migliore

La Holding: uno strumento strategico per l’ottimizzazione fiscale aziendale

La Holding: uno strumento strategico per l’ottimizzazione fiscale aziendale

Le holding sono strumenti essenziali per la gestione e la riorganizzazione dei patrimoni aziendali e familiari. Offrono numerosi vantaggi fiscali e consentono di proteggere gli asset

Cosa sono le holding e quali tipologie esistono?

Le holding sono società che detengono partecipazioni in altre aziende e/o beni come immobili, marchi e brevetti. Esistono due principali categorie:

Holding miste: oltre alla gestione delle partecipazioni, svolgono attività operative proprie.
Le holding possono essere costituite da enti sia commerciali che non commerciali.

Holding pure: non svolgono attività operative e si limitano a gestire le partecipazioni.

Qual è la struttura di una holding in un gruppo aziendale?

Le holding possono operare su due livelli:

Holding familiare: detiene la holding industriale e funge da strumento di controllo patrimoniale e di governance familiare.
Questa struttura aiuta a separare i rischi e a ottimizzare la gestione aziendale.

Holding industriale: controlla e gestisce le partecipazioni nelle società operative.

Come si costituisce una holding?

La costituzione di una holding dipende dalle specifiche esigenze aziendali. Tra le operazioni più comuni troviamo:

Scissione societaria: suddivisione di una società esistente in più entità.
Queste operazioni permettono di isolare i rischi fiscali e civilistici, trasferendoli alla società conferente mentre la holding rimane protetta.

Conferimento di compendi aziendali: trasferimento di asset a nuove società, creando così una holding di partecipazioni.

Quali sono i vantaggi fiscali di una holding?

Le holding beneficiano di vari vantaggi fiscali, tra cui:

Esenzione parziale delle plusvalenze: nel caso di cessione di partecipazioni, le plusvalenze possono essere tassate in modo ridotto rispetto alla vendita di asset aziendali.

Neutralità fiscale: evita la tassazione immediata delle plusvalenze derivanti dal trasferimento di beni, a meno che non siano effettuate rivalutazioni fiscali.

Agevolazioni per il consolidato fiscale: permette di compensare le perdite di una società con gli utili di un’altra all’interno del gruppo.

Qual è il ruolo della holding nelle operazioni di fusione e acquisizione (M&A)?

Le holding facilitano le operazioni di fusione e acquisizione aziendale (M&A) grazie a due principali modalità di trasferimento:

Asset deal (cessione di beni aziendali): comporta la vendita diretta degli asset della società.
Le differenze tra queste modalità riguardano la tassazione delle plusvalenze e gli impatti sui bilanci aziendali.

Share deal (cessione di partecipazioni): permette di trasferire il controllo della società senza alienare direttamente i suoi asset.

Perché affidarsi a un consulente finanziario indipendente per la gestione di una holding?

Le operazioni che coinvolgono le holding sono complesse e richiedono un’attenta pianificazione fiscale e societaria avvalendosi della collaborazione di professionisti dedicati. Un consulente finanziario indipendente può aiutare a:

  • Valutare la migliore struttura per il proprio business.
  • Ottimizzare la gestione fiscale e patrimoniale.
  • Ridurre i rischi connessi alle operazioni societarie.

Affidarsi a un esperto permette di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle holding e garantire una gestione efficiente e conforme alle normative vigenti.

I Trust del ‘Dopo di Noi’: Tassazione in Uscita per gli Eredi del Beneficiario

I Trust del ‘Dopo di Noi’: tassazione in uscita per gli eredi del beneficiario

Il Decreto Legislativo 139/2024 introduce nuove regole per la tassazione delle successioni e donazioni, in particolare nel contesto dei trust. Queste novità si integrano con le disposizioni già esistenti della legge 112/2016, meglio nota come “Dopo di noi,” che offre protezione fiscale e patrimoniale alle persone con disabilità grave.

Quali sono le principali novità del D.lgs. 139/2024 per la tassazione delle successioni e donazioni?

Il D.lgs. 139/2024 stabilisce che l’imposta sulle successioni e donazioni è dovuta nel momento in cui i beneficiari acquisiscono diritti pieni ed esigibili sui beni conferiti in trust, come chiarito dalla circolare 34/E/2022. La tassazione non avviene al momento del conferimento iniziale o degli apporti successivi, ma solo quando i diritti diventano definitivi e non discrezionali.

La legge “Dopo di noi” è influenzata dal D.lgs. 139/2024?

No, le disposizioni della legge 112/2016 rimangono inalterate. Questa normativa prevede che l’imposta sulle successioni e donazioni nei trust dedicati a persone con disabilità grave non sia dovuta né al momento del conferimento iniziale né per gli apporti successivi. L’imposta si applica solo al trasferimento del patrimonio residuo agli eredi, dopo la morte del beneficiario.

Come si determina il momento impositivo secondo il D.lgs. 139/2024?

Il momento impositivo è individuato caso per caso, analizzando quando i beneficiari ottengono effettivamente diritti pieni ed esigibili sui beni. Questo avviene senza la discrezionalità del trustee, garantendo maggiore chiarezza rispetto al regime precedente.

Quali benefici fiscali offre la legge 112/2016 per i trust istituiti a favore di persone con disabilità grave?

La legge “Dopo di noi” conferma i seguenti vantaggi:

  • Esenzione dall’imposta sulle successioni e donazioni al momento del conferimento e degli apporti successivi.
  • Tassazione agevolata solo al trasferimento del patrimonio residuo agli eredi, dopo la morte del beneficiario.
  • Applicazione di esenzioni e tassazioni fisse su acquisti e retrocessioni.

È possibile ottenere un rimborso delle imposte versate in precedenza per i trust?

Sì, la circolare 34/E/2022 consente il rimborso delle imposte versate erroneamente da contribuenti che ritenevano di dover pagare l’imposta sulle successioni e donazioni al momento istitutivo del trust.

Quali sono i vantaggi principali del nuovo regime fiscale per i trust?

Il nuovo regime del D.lgs. 139/2024 offre:

  • Maggiore certezza nel momento impositivo, basato sull’effettivo trasferimento dei diritti.
  • Conservazione dei benefici fiscali previsti per i trust istituiti secondo la legge “Dopo di noi”.
  • Possibilità di richiedere rimborsi per imposte versate erroneamente in passato.

Conclusione

Il D.lgs. 139/2024 rappresenta un passo avanti nella razionalizzazione della tassazione dei trust, garantendo maggiore chiarezza e salvaguardando i diritti delle persone con disabilità grave tutelate dalla legge 112/2016. Per ottimizzare la gestione fiscale dei trust e beneficiare delle agevolazioni previste, è consigliabile rivolgersi a un consulente finanziario indipendente.

Fonte

Cos'è un trust e come funziona?

Trust: conseguenze e scenari in caso di rinuncia del beneficiario

Un trust è uno strumento giuridico in cui un soggetto (disponente) trasferisce beni a un trustee, che li gestisce per conto di uno o più beneficiari. Il trustee non diventa proprietario dei beni, ma li amministra in regime di segregazione patrimoniale.

Quando si applica l’imposta sulle successioni e donazioni in un trust?

Secondo l’Agenzia delle Entrate (interpello n. 165 del 2024), l’imposta sulle successioni e donazioni si applica solo nel momento in cui i beni vengono definitivamente trasferiti ai beneficiari. L’atto istitutivo del trust e il trasferimento patrimoniale dal disponente al trustee non generano presupposto impositivo.

Cosa succede ai beni di un trust se il beneficiario rinuncia?

Se il beneficiario rinuncia ai beni del trust, questi ritornano al disponente e il trust cessa. L’Agenzia delle Entrate chiarisce che tale retrocessione non rappresenta un trasferimento di ricchezza e non è soggetta all’imposta sulle successioni e donazioni.

Quali imposte si applicano alla revoca del trust?

L’atto di revoca del trust è soggetto all’imposta di registro in misura fissa. Inoltre, sono dovute imposte ipotecarie e catastali, anch’esse in misura fissa, per la trascrizione e la voltura catastale dei beni trasferiti.

Come influisce il rapporto di parentela tra disponente e beneficiario sull’imposizione fiscale?

Quando i beni vengono attribuiti ai beneficiari, l’imposta sulle successioni e donazioni viene calcolata in base al grado di parentela tra disponente e beneficiario, con aliquote e franchigie specifiche.

Quali vantaggi fiscali offre un trust?

Un trust consente di pianificare la successione e proteggere i beni, rinviando l’imposizione fiscale al momento dell’effettiva attribuzione ai beneficiari, evitando tassazioni anticipate sul patrimonio conferito.

Con il supporto di un Consulente Finanziario Indipendente che si avvale di professionisti dedicati , è possibile pianificare correttamente il futuro

Fondi Pensione: La libertà dell’iscritto di decidere il destinatario del montante

Fondi Pensione: la libertà dell’iscritto di decidere il destinatario del montante

I fondi pensione sono strumenti utili per garantire sicurezza economica in età avanzata, ma è altrettanto importante sapere cosa accade in caso di decesso dell’aderente. Di seguito alcune considerazione riguardo le normative relative alla successione dei capitali previdenziali, i diritti dei beneficiari, le modalità di tassazione e le particolarità delle rendite pensionistiche.

Cosa succede al capitale previdenziale in un fondo pensione se l’aderente muore durante la fase di accumulo?

Secondo l’art. 14, comma 3 del d.lgs. 252/2005, in caso di decesso di un iscritto durante la fase di accumulo:

  • Il capitale viene riscattato dai beneficiari designati.
  • In assenza di designazione, i diritti spettano agli eredi individuati dal codice civile.

Gli eredi acquisiscono il capitale iure proprio, quindi questo non entra nell’asse ereditario e non è soggetto all’imposta di successione.

Gli eredi possono accettare il capitale del fondo pensione anche se rinunciano all’eredità?

Sì. Anche chi rinuncia all’eredità ha diritto a riscattare il capitale previdenziale, nonostante alcune interpretazioni giurisprudenziali contrarie (Corte di Cassazione, ordinanza n. 19.571/2019).

Come viene tassato il capitale di un fondo pensione in caso di decesso?

La tassazione dipende dagli anni di partecipazione al fondo:

  • Montante maturato dal 2007: aliquota agevolata tra il 15% e il 9%, con riduzioni per ogni anno di partecipazione superiore al quindicesimo.
  • Contributi versati prima del 2007: si applicano le regole precedenti.

Chi può essere designato come beneficiario di un fondo pensione?

L’aderente può designare qualsiasi persona fisica o giuridica come beneficiario.
Eccezione: Nei fondi pensione dedicati ai dipendenti pubblici, vengono privilegiati:

  • Coniuge.
  • Figli.
  • Genitori fiscalmente a carico.

Cosa accade al fondo pensione se il decesso avviene durante l’erogazione della rendita?

Le conseguenze variano a seconda del tipo di rendita scelta:

  • Rendita certa a tempo determinato: se il decesso avviene prima del termine, il pagamento continua fino al termine previsto.

In tutti i casi, la tassazione segue le aliquote agevolate (15-9%).

Le pensioni pubbliche seguono le stesse regole dei fondi pensione privati?*

No. Le pensioni pubbliche obbligatorie seguono regole più rigide e sono soggette alla tassazione marginale IRPEF, non alle aliquote agevolate applicabili ai fondi pensione privati.

Conclusione

Comprendere il trattamento del capitale previdenziale in caso di decesso è essenziale per garantire una corretta pianificazione finanziaria e tutelare i propri cari.

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La Polizza Vita: La soluzione ideale per allocare fondi al di fuori dell’asse ereditario

La Polizza Vita: la soluzione ideale per allocare fondi al di fuori dell’asse ereditario

Le polizze assicurative sono uno strumento versatile e strategico per garantire protezione finanziaria, riservatezza e pianificazione successoria mirata. Possono essere utilizzate per destinare capitali a beneficiari al di fuori dell’asse ereditario, tutelare partner non riconosciuti legalmente e offrire sicurezza economica in situazioni impreviste.

Come funzionano le polizze assicurative nella pianificazione successoria?

Le polizze assicurative consentono di destinare somme di denaro a beneficiari scelti, al di fuori dell’asse ereditario. Questo garantisce riservatezza e tutela patrimoniale, evitando l’esclusione di figure come partner non riconosciuti legalmente o altri soggetti importanti.

Quali vantaggi fiscali offrono le polizze assicurative?

Le polizze assicurative presentano diversi vantaggi fiscali:

  • I capitali assicurati sono esenti da tassa di successione
  • Sono impignorabili e insequestrabili, sebbene per polizze finanziarie come le unit linked queste caratteristiche siano state oggetto di contestazione.

Quali sono i costi associati alle polizze assicurative?

Le polizze assicurative possono comportare costi annuali elevati, che in alcuni casi superano il 3-4% del capitale. Questi costi devono essere confrontati con la tassazione sulle successioni, che è al massimo dell’8%. Pertanto, è essenziale valutare attentamente la convenienza economica

Esistono alternative alle polizze per evitare la tassa di successione?

Sì, esistono alternative come i titoli di Stato e altri strumenti finanziari che sono esenti dalla tassazione successoria. Questi strumenti possono risultare più vantaggiosi dal punto di vista dei costi rispetto alle polizze assicurative.

Cosa sono le polizze temporanee caso morte (TCM)?

Le polizze TCM offrono protezione contro la premorienza, erogando un capitale proporzionale al premio versato. Sono ideali per:

  • Soggetti monoreddito.
  • Famiglie con figli in età scolare.
  • Persone con mutui in corso.

Queste polizze si possono affiancare a coperture per invalidità o malattia, particolarmente utili per lavoratori autonomi.

Perché è importante informare il beneficiario dell’esistenza di una polizza?

Se il beneficiario non è informato, il rischio è che la polizza rimanga non riscossa. Per evitare questo problema:

  • L’ANIA offre un servizio per individuare contratti dormienti.
  • L’IVASS ha già contribuito a risvegliare numerose polizze non incassate, riducendo l’entità del fenomeno.

Conclusione

Le polizze assicurative rappresentano una soluzione efficace per pianificare successioni e garantire protezione finanziaria, ma richiedono un’attenta valutazione dei costi e della convenienza. Rivolgersi a un consulente finanziario indipendente è fondamentale per ottimizzare la gestione di questi strumenti e sfruttarne appieno i benefici.

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Dossier Titoli: le insidie nei passaggi di proprietà agli eredi

Dossier Titoli: le insidie nei passaggi di proprietà agli eredi

Il passaggio di un dossier titoli agli eredi rappresenta una fase delicata, poiché coinvolge aspetti di natura legale, finanziaria e burocratica. Nel contesto della comunione ereditaria, i titoli rimangono in comproprietà tra gli eredi fino alla divisione dell’eredità, con conseguenti possibili complicazioni su liquidazioni, trasferimenti e gestione delle quote. Di seguito, troverai alcune tra le domande più ricorrenti

Cosa si intende per “comunione ereditaria” e come influisce sul dossier titoli?

La gestione del passaggio di un dossier titoli agli eredi può essere complessa proprio a causa della comunione ereditaria. Fino alla divisione dell’eredità, tutti i beni (inclusi i titoli finanziari) rimangono in comunione tra gli eredi, richiedendo consenso unanime per operazioni come liquidazioni o trasferimenti.

I crediti si dividono automaticamente tra gli eredi o restano in comunione?

Esistono due orientamenti interpretativi su questo punto:

  • Uno ritiene che i crediti (come i titoli finanziari) si dividano automaticamente tra gli eredi;
  • L’altro, prevalente, sostiene che i crediti vadano considerati parte della comunione ereditaria, per cui è necessario l’accordo tra tutti gli eredi per gestire o liquidare i titoli.

Perché alcuni titoli finanziari possono creare maggiori difficoltà nella successione?

Alcuni prodotti finanziari, come obbligazioni a lunga scadenza, titoli illiquidi o fondi di investimento non quotati, non sono facilmente liquidabili o trasferibili. In caso di titoli indivisibili, la vendita potrebbe essere obbligata, esponendo gli eredi a potenziali perdite dovute alla volatilità dei mercati. Inoltre, strumenti con vincoli temporali o normativi (ad esempio polizze o fondi a lungo termine) possono comportare penalità o ulteriori difficoltà operative.

In che modo la burocrazia può ostacolare il passaggio dei titoli agli eredi?

La banca richiede diversi documenti – fra cui certificati di morte, eredità e dichiarazione di successione – e l’assenza di uno di questi può bloccare ogni operazione. Alcuni eredi potrebbero preferire il trasferimento dei titoli invece della liquidazione, ma difficoltà tecniche o normative possono rendere inevitabile la vendita.

Quali sono gli adempimenti fiscali da considerare?

Gli aspetti fiscali rivestono un ruolo centrale: la banca può chiedere la prova dell’avvenuto pagamento delle imposte di successione prima di procedere con il trasferimento o la liquidazione. Per questo è fondamentale pianificare con attenzione, eventualmente avvalendosi di consulenti esperti.

Perché è importante una pianificazione attenta con il supporto di professionisti?

Data la complessità degli aspetti legali, finanziari e burocratici, è consigliabile pianificare attentamente e affidarsi a un professionista che possa supportare gli eredi nella gestione del dossier titoli, evitando ritardi, penalità e possibili litigi futuri.

Conclusioni

Il passaggio di un dossier titoli agli eredi richiede un’analisi approfondita della normativa, la conoscenza delle caratteristiche dei vari strumenti finanziari e la capacità di gestire le inevitabili questioni burocratiche e fiscali. È essenziale, dunque, affidarsi a un professionista qualificato per navigare con successo questa fase delicata. Contattami per ulteriori informazioni o per una consulenza personalizzata

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Successione e Indegnità – Chi rischia l’esclusione dall’eredità?

Successione e indegnità: chi rischia l’esclusione dall’eredità

L’indegnità a succedere è una causa di esclusione dall’eredità prevista dall’art. 463 del Codice Civile. Si applica a chi ha commesso atti gravemente lesivi nei confronti del defunto o dei suoi familiari stretti. A differenza dell’incapacità successoria, l’indegnità non impedisce di essere chiamati all’eredità, ma ne annulla l’acquisto tramite una sentenza giudiziale.

Chi può essere escluso dall’eredità per indegnità?

Può essere dichiarato indegno chi ha commesso atti gravi contro l’integrità fisica o morale del defunto o dei suoi parenti, oppure ha tentato di alterare la volontà testamentaria mediante falsificazione, distruzione o occultamento del testamento.

Chi può far valere l’indegnità e entro quanto tempo?

I successibili diretti, i loro legittimati e anche i creditori possono agire per far dichiarare l’indegnità del soggetto entro un termine di prescrizione decennale.

Quali sono le principali cause di indegnità a succedere?

Le cause principali sono:

  • Omicidio o tentato omicidio del defunto o di un suo familiare stretto.
  • Violenza, minaccia o frode per costringere il defunto a redigere, revocare o modificare un testamento.
  • Alterazione o occultamento di un testamento.
  • Decadenza dalla responsabilità genitoriale (art. 463 c.c. e L. 137/2005).

Cosa succede ai beni già ricevuti dall’indegno?

Se l’indegnità viene accertata, il soggetto perde i diritti ereditari e deve restituire i beni acquisiti e i frutti percepiti. Gli atti di ordinaria amministrazione restano validi, mentre quelli dispositivi gratuiti possono essere annullati, salvo tutela per i terzi in buona fede.

Come si può riabilitare un erede indegno?

L’indegno può essere riabilitato tramite un atto esplicito del defunto, che elimina gli effetti dell’indegnità.

La separazione con addebito esclude il coniuge dall’eredità?

Sì, il coniuge separato con addebito perde la capacità successoria nei confronti del defunto.

Cos’è la diseredazione e chi può essere escluso con questa modalità?

La diseredazione è un atto con cui il testatore esclude un erede dalla successione. È valida solo per gli eredi non legittimari e per i genitori decaduti dalla responsabilità genitoriale.

Affidarsi ad un consulente finanziario che si avvale di professionisti dedicati indipendente permette di fare la scelta migliore