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Tag: Pianificazione patrimoniale

10 motivi per scegliere un consulente finanziario indipendente

“Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai.

Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio.

Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.”

E’ forse una delle frasi più celebri del film Matrix (1999). Da un lato c’è il nostro mondo, così come lo conosciamo e lo viviamo, e dall’altro c’è un mondo, a noi sconosciuto, in grado di spiegarci più a fondo il funzionamento del nostro. 

Sebbene la similitudine con Matrix possa sembrare poco inerente, quando si tratta di gestire il proprio patrimonio, la scelta del consulente finanziario può fare la differenza. Aprire dunque gli occhi su ciò che fino adesso si è fatto e guardare ad un altro modo di gestire il proprio patrimonio.

La ricchezza degli italiani ammonta a quasi 5.600 miliardi di euro (dato 2023). Di questi, circa 840 miliardi sono gestiti con strumenti finanziari ed assicurativi dai consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (ex promotori finanziari). 

Sebbene propongano solitamente soluzioni di investimento migliori rispetto ai loro colleghi bancari, è bene ricordare che sono professionisti remunerati in base alle masse gestite e ai prodotti collocati. Vivono cioè di provvigioni sui prodotti proposti ai propri clienti.

Più costoso è il prodotto sottoscritto dal cliente, maggiore sarà il loro guadagno.

La remunerazione, così concepita, genera inevitabilmente un conflitto di interessi tra loro ed il cliente. 

Ed è questo, forse, il motivo principale per cui solo il 23% degli 840 miliardi sopracitati, è rappresentato da strumenti finanziari definiti “risparmio amministrato”. Quelli cioè meno costosi per il cliente e meno redditizi per chi li propone.

Occorre evidenziare, che all’interno dei prodotti amministrati esiste una nicchia di strumenti finanziari rappresentata dai certificates (certificati). Oltre ad essere strumenti non adatti a tutti i risparmiatori e spesso venduti alla clientela in maniera indiscriminata, prevedono dei costi di sottoscrizione o collocamento a volte considerevoli. Costi non visibili o non percepiti dal sottoscrittore ma decisamente presenti.

Vediamo quindi 10 motivi per cui scegliere un consulente finanziario indipendente potrebbe rivelarsi una decisione migliore rispetto a un consulente finanziario abilitato all’offerta.

1. Indipendenza e assenza di conflitti di interesse

Perché scegliere un consulente finanziario indipendente?

I consulenti finanziari indipendenti operano senza avere rapporti con banche o reti commerciali e non hanno alcun interesse a collocare specifici strumenti finanziari. Questo consente loro di fornire consigli imparziali e personalizzati, basati esclusivamente sulle esigenze del cliente.

Un consulente finanziario indipendente potrà quindi consigliare lo strumento finanziario più efficiente disponibile sul mercato, senza essere limitato ai prodotti offerti da una singola banca.

Questo è possibile sia mantenendo i rapporti con la propria banca, sia scegliendo un diverso istituto che potrebbe anche offrire servizi e condizioni migliori.

2. Consulenza personalizzata e approccio su misura

Quali sono i vantaggi di rivolgersi ad un consulente finanziario indipendente?

Un consulente finanziario indipendente elabora un piano finanziario personalizzato in base alle esigenze e agli obiettivi specifici del cliente, senza essere vincolato a modelli standardizzati imposti da banche o reti. Scevro da budget, incentivi e pressioni commerciali.

Se il tuo obiettivo è per esempio risparmiare per l’università dei tuoi figli, un consulente finanziario indipendente analizzerà la tua situazione finanziaria e svilupperà un piano su misura per raggiungere questo specifico scopo. Ed invece di consigliarti un prodotto convenzionale che risulti più vantaggioso per lui che per te, potrà indicarti le soluzioni più efficienti e quasi certamente, meno costose.

3. Trasparenza delle tariffe

Come viene pagato un consulente finanziario indipendente?

I consulenti finanziari indipendenti offrono una struttura a parcella trasparente, generalmente basata su una tariffa oraria od una percentuale sugli asset gestiti anziché su commissioni derivanti dalla promozione di prodotti finanziari.

Con un consulente finanziario indipendente, conoscerai esattamente il costo dei servizi, senza spiacevoli sorprese o spese aggiuntive legate alla promozione di specifici prodotti finanziari che spesso, e non troppo casualmente, si rivelano i più costosi per te e di conseguenza, i più redditizi per chi li propone. 

Il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede (ex promotore finanziario) è a tutti gli effetti equiparato ad un agente di commercio. Promuove quindi i prodotti collocati o distribuiti dalla banca o dalla rete per cui lavora. Tutto legato a provvigioni (front fee e management fee), budget ed incentivi. Tutte forme di remunerazione, più o meno trasparenti, che sarai tu a pagare, anche se spesso non ne sei consapevole.

A tal proposito, ricorda di leggere sempre con attenzione il Rendiconto degli oneri e dei costi che il tuo intermediario (banca o sim) deve obbligatoriamente inviare entro il 30 aprile di ogni anno. Sebbene il documento sia piuttosto nebuloso e non di facile lettura, potrai scoprire il reale costo dei tuoi investimenti e, soprattutto, che non esiste alcun pasto gratuito. Soprattutto nel mondo della finanza.

4. Libertà di scelta e ampiezza di opzioni

Quali strumenti finanziari consiglia un consulente finanziario indipendente?

Non esiste lo strumento ideale né quello adatto per tutti. Occorre comprendere le esigenze e gli obiettivi del cliente. In generale, comunque, i consulenti finanziari indipendenti possono consigliare tutti gli strumenti finanziari, fatto salva qualche particolare eccezione ed evitando quelli più costosi o, più precisamente, meno efficienti. In questo modo offre la possibilità di creare un valido portafoglio e soprattutto personalizzato. 

Un consulente finanziario indipendente potrà raccomandare, per esempio, ETP (Exchange Traded Products), singoli titoli azionari, obbligazioni governative, corporate e high yeld, certificati e, seppur più raramente, alcuni fondi comuni d’investimento di diritto italiano ed estero ed alcuni strumenti assicurativi. Inoltre, può fornire consulenza su investimenti immobiliari o alternativi, selezionando quelli che meglio si adattano alle tue necessità, desideri ed obiettivi.

È bene evidenziare che il consulente finanziario indipendente non vende prodotti ma offre consulenza.

5. Focus sulla pianificazione a lungo termine

Come pianificare a lungo termine con un consulente finanziario indipendente?

I consulenti finanziari indipendenti non rispondono solo a specifiche esigenze di breve periodo ma anche, e soprattutto, a quelle legate ad una pianificazione finanziaria di lungo termine, supportando i clienti nel raggiungimento di obiettivi come per esempio la pensione, l’acquisto di una casa, l’istruzione dei figli o la gestione del rischio familiare.

Un consulente finanziario indipendente potrà sviluppare un piano dettagliato che includa risparmio, investimenti, assicurazioni, immobili, strategie di ottimizzazione fiscale e pianificazione successoria, garantendo così una sicurezza finanziaria di lungo termine. 

Un processo che parte necessariamente da un’approfondita analisi della situazione patrimoniale esistente, unita alle esigenze e agli obiettivi del cliente. Solo dopo aver focalizzato quegli aspetti che incidono sulla vita personale e della propria famiglia, potrà essere elaborato un piano finanziario che accompagni le varie fasi dell’esistenza del cliente e che si evolvi continuamente seguendo gli eventi che caratterizzeranno il trascorrere della vita familiare. Anche in caso di imprevisti.

6. Visione globale del patrimonio

Quale visione deI patrimonio hanno i consulenti finanziari indipendenti?

I consulenti finanziari indipendenti hanno una visione globale del patrimonio del cliente. Possono gestire l’intero portafoglio finanziario anche se detenuto in più banche, garantendo così la corretta diversificazione nel suo complesso senza il rischio di sovraesposizione in determinate asset class, di concentrazione del rischio o di emittente. Questo permette di seguire un’unica strategia armoniosa, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi del cliente. 

Ad esempio, un consulente finanziario indipendente potrebbe consigliare uno strumento finanziario per recuperare delle minusvalenze che hai maturato in una banca, modificando l’asset allocation nelle altre banche per mantenere equilibrata la strategia di investimento iniziale. Questo è possibile solo perché ha una visione totale del tuo portafoglio. Inoltre, il consulente finanziario indipendente, tiene in considerazione anche i tuoi asset non finanziari. Tutto finalizzato alla gestione totale del tuo patrimonio.

7. Maggiore fiducia e relazione personale

Come trovare un consulente finanziario indipendente di fiducia?

Costruire una relazione di fiducia è fondamentale. I consulenti finanziari indipendenti lavorano a stretto contatto con i propri clienti, offrendo un servizio personalizzato e creando relazioni durature basate sulla fiducia, sulla professionalità e l’imparzialità. 

Avendo un numero inferiore di clienti rispetto ai consulenti di banche e reti (ex promotori finanziari) o di un dipendente di banca, un consulente finanziario indipendente può dedicare più tempo e attenzione a ciascun cliente, garantendo un supporto più approfondito e mirato. I consulenti finanziari indipendenti puoi trovarli nella sezione dei Consulenti Finanziari Autonomi (o Indipendenti) consultabile sull’Albo vigilato dall’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari (in breve OCF). Verifica la sua professionalità, il suo percorso formativo e le sue eventuali certificazioni.

8. Adattabilità e flessibilità

I consulenti finanziari indipendenti sono flessibili?

I consulenti finanziari indipendenti sono estremamente flessibili nel rispondere alle esigenze in evoluzione dei clienti, adattando le strategie di investimento e pianificazione in base alle circostanze personali e di mercato.

Se le tue circostanze cambiano, come per esempio una nuova opportunità di lavoro, un cambiamento familiare o un’eredità ricevuta, un consulente finanziario indipendente, non vincolato da budget o pressioni commerciali, può rapidamente rivedere e aggiornare il tuo piano finanziario affinché possa riflette al meglio le nuove condizioni.

9. Supporto nelle decisioni complesse

Come prendere decisioni finanziarie complesse?

Le decisioni finanziarie possono essere complicate, ma un consulente finanziario indipendente offre il supporto necessario per comprendere le varie opzioni disponibili e prendere decisioni informate.

Sia che tu debba pianificare la successione, gestire un’eredità o scegliere tra diversi investimenti, un consulente indipendente ti fornirà consulenza chiara e imparziale, aiutandoti a navigare attraverso le complessità finanziarie con sicurezza.

10. Servizi Integrati di pianificazione

Quali servizi offre un consulente finanziario indipendente?

Oltre alla gestione degli investimenti, i consulenti finanziari indipendenti offrono consulenze integrate che includono la gestione del rischio e la pianificazione assicurativa, la pianificazione fiscale, la pianificazione immobiliare, la gestione dei debiti, la pianificazione successoria oltre a consulenze per investimenti in arte, beni da collezione e di lusso o metalli preziosi.

Un consulente finanziario indipendente può per esempio aiutarti a ottimizzare la tua situazione fiscale, gestire il patrimonio familiare e pianificare il passaggio di beni alla prossima generazione, fornendo un approccio olistico alla tua situazione finanziaria.

Conclusione

Fino a pochi anni fa, il termine “consulente finanziario” era poco conosciuto. Esisteva il promotore finanziario, ovvero colui che promuoveva prodotti e servizi della banca o della rete per cui lavorava. Dal 2018, questa definizione è stata variata in “consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede”. 

Tuttavia, la struttura remunerativa per questa figura è rimasta invariata, basata cioè sulle provvigioni generate dai prodotti proposti, incentivi per collocare un prodotto piuttosto che un altro e premi per il raggiungimento di budget. Questi costi sono quasi sempre sostenuti dal cliente, spesso inconsapevole delle spese nascoste legate ai propri investimenti.

Sempre nel 2018 è stata riconosciuta dall’Albo dei Consulenti Finanziari (OCF) anche la figura del Consulente Finanziario Autonomo (o Indipendente).

Sebbene appartenenti allo stesso Albo e apparentemente simili, quella del Consulente Finanziario Abilitato all’Offerta Fuori Sede e del Consulente Finanziario Autonomo (o Indipendente) sono due professioni profondamente diverse tanto da essere divise in due sezioni dell’Albo ben distinte e separate.

A differenza dei consulenti legati a banche o reti, il consulente finanziario indipendente può offrire molti vantaggi, tra cui, forse i più importanti, trasparenza ed imparzialità. Un consulente finanziario indipendente è pagato direttamente da te con una parcella ben definita e chiara, senza costi nascosti, ma soprattutto lavora esclusivamente a tuo beneficio, senza conflitti di interesse con banche o compagnie assicurative e quindi senza pressioni commerciali.

Anche se da qualche tempo, alcune banche e reti, adottano un servizio di consulenza a pagamento, definita “evoluta”, si tratta di un servizio confinato nel perimetro dei prodotti collocati e distribuiti dalla banca. Un servizio ibrido che in alcuni casi, non fa altro che aumentare i costi per il cliente.

In definitiva, che tu voglia proteggere e valorizzare al meglio il tuo patrimonio oppure costruirne uno, con consigli imparziali e una strategia personalizzata, scegliere un consulente finanziario indipendente potrebbe essere la soluzione ideale per te.

Scissione asimmetrica: un’opportunità strategica per la pianificazione fiscale

Scissione asimmetrica: un’opportunità strategica per la pianificazione fiscale

La scissione asimmetrica è una strategia aziendale che permette la riorganizzazione del patrimonio societario, spesso utilizzata per passaggi generazionali o separazioni tra soci. Essa è regolata dal Codice Civile e soggetta a valutazioni fiscali specifiche.

Cos’è la scissione asimmetrica?

La scissione è un’operazione societaria disciplinata dagli artt. 2506 e 2506.1 del Codice Civile, attraverso la quale una società trasferisce parte o tutto il proprio patrimonio a una o più entità, che possono essere nuove o già esistenti. La scissione asimmetrica, prevista dall’art. 2506, comma 2, si verifica quando alcuni soci non ricevono partecipazioni nelle società beneficiarie, ma mantengono le loro quote nella società scissa. Tale operazione richiede il consenso unanime dei soci.

Quando è utile la scissione asimmetrica?

La scissione asimmetrica è utile in diversi scenari, tra cui:

  • Passaggi generazionali: facilita la suddivisione del patrimonio aziendale tra eredi, evitando conflitti.
  • Risoluzione di conflitti tra soci: permette la separazione tra rami familiari o soci con visioni divergenti sulla gestione aziendale.
  • Separazione patrimoniale: aiuta a riorganizzare gli asset aziendali senza interrompere l’attività.

Quali sono gli effetti fiscali della scissione asimmetrica?

Dal punto di vista fiscale, la scissione asimmetrica beneficia del principio di neutralità ai sensi dell’art. 173 del TUIR. Ciò significa che l’operazione non genera immediati obblighi fiscali, purché sia effettuata nel rispetto della normativa vigente e non abbia finalità elusive.

La scissione asimmetrica può essere considerata un abuso del diritto?

In passato, vi erano dubbi sulla possibilità che la scissione asimmetrica fosse considerata un’operazione elusiva. Oggi, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che tali operazioni sono lecite se finalizzate a preservare l’integrità aziendale e non mirano esclusivamente a ottenere vantaggi fiscali indebiti. Se la scissione è realizzata senza valide ragioni economiche o aziendali e con il solo scopo di evitare imposte, può essere considerata un abuso e sanzionata.

Quali precauzioni adottare per evitare problemi fiscali?

Per evitare contestazioni fiscali, è consigliabile:

  • Documentare le motivazioni economiche e aziendali alla base della scissione.
  • Evitare operazioni prive di sostanza economica che potrebbero essere interpretate come elusive.
  • Consultare un consulente finanziario indipendente per valutare la corretta applicazione della normativa e garantire la conformità fiscale dell’operazione.

La scissione asimmetrica rappresenta un’opportunità strategica per la gestione aziendale e patrimoniale, purché venga eseguita nel rispetto della normativa. Affidarsi ad un consulente finanziario indipendente che si avvale di esperti dedicati, è essenziale per sfruttarne i benefici senza incorrere in rischi fiscali o sanzioni.

Arte, Whiskey e Design – Opportunità di Investimento nei Mercati di Nicchia

Arte, whiskey e design: opportunità di investimento nei mercati di nicchia

Negli ultimi anni, gli investimenti alternativi in beni di nicchia – come arte, auto d’epoca, gioielli e whiskey pregiati – stanno guadagnando sempre più popolarità, specialmente tra gli investitori facoltosi. Questi asset rappresentano una quota crescente nei portafogli, ma comportano costi e rischi significativi. Di seguito analizziamo le opportunità e le sfide legate a questi investimenti, sottolineando l’importanza di una pianificazione accurata e dell’assistenza di un consulente finanziario indipendente.

Quali opportunità offrono gli investimenti in beni alternativi come arte, auto d’epoca, gioielli e whiskey pregiati?

Gli investimenti alternativi permettono di diversificare il portafoglio oltre i tradizionali asset azionari e immobiliari. Nel 2022, un’indagine Deloitte ha stimato il valore di questi beni a 2.174 miliardi di dollari, e il settore è destinato a crescere ulteriormente. Tra questi, l’arte domina il mercato, con vendite di dipinti che nel 2023 hanno generato 65 miliardi di dollari, principalmente tramite rivenditori e aste.

osa sono i Global Passion Assets e quali sono i loro risultati recenti?

I Global Passion Assets comprendono investimenti in beni di lusso e di nicchia, come vini, whiskey, gioielli e orologi. Nel 2023, il giro d’affari di questo segmento ha raggiunto i 2,65 miliardi di dollari. Ad esempio, i whiskey pregiati hanno registrato una crescita del 280% negli ultimi 10 anni, anche se recentemente il loro valore ha subito una flessione.

Qual è il rendimento a lungo termine degli investimenti in arte?

Sul lungo periodo, l’arte può essere altamente redditizia. Un’analisi sui rendimenti a 20 anni delle opere dei 100 maggiori artisti ha evidenziato un rendimento del 5,8%. Questo risultato supera l’inflazione e il rendimento del mercato immobiliare italiano, sebbene sia inferiore rispetto al potenziale rendimento dell’azionario. È interessante notare che investimenti in opere d’arte contemporanea e post-bellica hanno performato meglio rispetto agli Old Masters.

Quali sono i principali rischi e costi associati agli investimenti nei mercati di nicchia?

Investire in beni alternativi richiede competenze specifiche, poiché i costi e i rischi possono essere elevati. In molti casi, il rendimento di questi investimenti non riesce a battere l’inflazione o i rendimenti di investimenti tradizionali come il mercato azionario o immobiliare. È fondamentale valutare attentamente le commissioni, la liquidità del mercato e le specifiche dinamiche di ogni settore.

Perché è importante affidarsi a un consulente finanziario indipendente per investimenti alternativi?

Un consulente finanziario indipendente offre un supporto personalizzato e imparziale, essenziale per navigare le complessità dei mercati di nicchia. Può aiutarti a definire obiettivi chiari, strutturare una strategia d’investimento diversificata e limitare i rischi, ottimizzando i rendimenti del tuo portafoglio.

Come cambia la tassazione di oro e metalli preziosi dal 2024

Come cambia la tassazione di oro e metalli preziosi dal 2024

Investire in oro e metalli preziosi è da sempre una strategia diffusa per diversificare il portafoglio e proteggere il patrimonio. Tuttavia, il quadro normativo fiscale sta evolvendo, introducendo cambiamenti significativi che possono influire sulle decisioni di investimento e vendita. La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un nuovo regime fiscale che riguarda oro e metalli preziosi.

Quali sono le regole fiscali per la cessione di metalli preziosi allo stato grezzo?

Le plusvalenze derivanti dalla cessione di metalli preziosi allo stato grezzo (es. lingotti, granuli) sono classificate come “redditi diversi” e seguono le disposizioni dell’art. 68 del Tuir.

Cosa cambia con la Legge di Bilancio 2024?

Fino al 31 dicembre 2023, in assenza di documentazione del costo d’acquisto, la plusvalenza poteva essere calcolata forfettariamente come il 25% del prezzo di cessione. Dal 1° gennaio 2024, questa possibilità è stata eliminata: se non si dispone della documentazione, l’intero prezzo di cessione sarà considerato come plusvalenza tassabile

Come influisce il nuovo regime fiscale sui beni ereditati?

Il cambiamento penalizza in particolare chi vende metalli preziosi ereditati. In molti casi, non esiste documentazione del costo storico, e questo comporta che l’intero corrispettivo ricevuto venga tassato come plusvalenza.

La norma riguarda anche le pietre preziose?

No, la normativa non si applica alle pietre preziose come i diamanti. Questo crea una disparità di trattamento rispetto ai metalli preziosi, che sono soggetti alla tassazione più stringente.

Quali beni sono considerati “metalli preziosi” ai fini fiscali?

Secondo la Circolare n. 165/98 del Ministero delle Finanze, i metalli preziosi includono oro, argento e platino sotto forma di lingotti, pani, verghe, bottoni e granuli. Non sono inclusi i metalli lavorati (es. gioielli) né le pietre preziose come i diamanti.

Qual è l’impatto di questi cambiamenti per i contribuenti?

Il nuovo regime fiscale aumenta gli oneri per i contribuenti, specialmente in caso di vendita o pianificazione del passaggio generazionale. Questo sottolinea l’importanza di una corretta pianificazione patrimoniale per ridurre l’impatto fiscale.

Come può aiutare un consulente finanziario indipendente?

Un consulente finanziario indipendente può supportarti nella pianificazione patrimoniale e fiscale, aiutandoti a gestire la documentazione e a scegliere le strategie migliori per ottimizzare la tassazione in caso di vendita o trasmissione di metalli preziosi.

Conclusione

Con le nuove disposizioni fiscali, è fondamentale essere informati e preparati per affrontare le implicazioni delle cessioni di metalli preziosi. Rivolgersi a un consulente finanziario indipendente garantisce un supporto professionale per compiere le scelte giuste, proteggendo il tuo patrimonio.

Fonte

Donazioni esenti da tasse: tutto ciò che devi sapere

Donazioni esenti da tasse: tutto ciò che devi sapere

Comprendere le regole fiscali che regolamentano le donazioni è fondamentale per pianificare la trasmissione del patrimonio in modo efficiente e senza oneri indesiderati. Di seguito le domande più comuni, basandosi sui recenti sviluppi normativi e giurisprudenziali, in particolare sulla sentenza n. 7442/2024 del Supremo Consesso e sulle disposizioni vigenti in Italia.

Cosa stabilisce la sentenza n. 7442/2024 del Supremo Consesso sulle donazioni?

Il Supremo Consesso, con la sentenza n. 7442/2024, ha chiarito che le donazioni informali e indirette non sono soggette a imposta, in quanto non è obbligatorio stipularle con atto pubblico. Questo ribalta l’orientamento precedente dell’Agenzia delle Entrate, che applicava l’imposta anche su trasferimenti come bonifici e assegni senza atto scritto.

Quali sono le regole fiscali per le donazioni dirette in Italia?

In Italia, le donazioni dirette tra genitori e figli o tra coniugi sono esenti da imposta fino a un milione di euro; per importi superiori, viene applicata un’aliquota del 4%. Inoltre, la sentenza della Cassazione specifica che le donazioni informali non contribuiscono al superamento della franchigia.

Come viene applicata l’imposta nelle donazioni a favore di altri parenti o terzi?

Per le donazioni a favore di altri parenti o di terzi, se la donazione non è registrata, l’imposta non si applica. Tuttavia, l’imposta scatta in due casi:

  • Se emerge durante accertamenti fiscali, applicandosi aliquote fino all’8%
  • Se la donazione è volontariamente registrata.

Quali opzioni esistono per il trasferimento del patrimonio immobiliare?

Per gli immobili, la donazione resta un’opzione utile per trasferimenti diretti. Tuttavia, quando si tratta di garantire liquidità, possono risultare più vantaggiosi gli investimenti e gli strumenti finanziari, in quanto offrono maggiori opportunità di gestione e flessibilità.

Perché è fondamentale pianificare in anticipo la successione?

Pianificare la successione in anticipo è essenziale per evitare conflitti tra eredi e ridurre l’impatto fiscale. Affidarsi a consulenti finanziari indipendenti permette di scegliere la strategia più adatta, sia tramite donazioni che attraverso investimenti, preservando il patrimonio e ottimizzandone la trasmissione fiscale.

La successione legittima e necessaria

La successione ereditaria per causa di morte rappresenta un complesso meccanismo giuridico che si attiva alla scomparsa di una persona, permettendo a uno o più individui, definiti beneficiari, di subentrare nei diritti patrimoniali del defunto. Questo processo può avvenire attraverso l’eredità, che coinvolge la totalità dei beni, diritti e obblighi trasmissibili, o tramite il legato, che si limita alla trasmissione di singoli diritti specificati.

L’eredità si caratterizza per la sua universalità, includendo tutti i diritti attivi e passivi appartenuti al defunto al momento del suo decesso. A differenza dei legati che trasferiscono diritti specifici, l’eredità deve essere accettata o rifiutata nella sua interezza; non è consentita una accettazione o rinuncia parziale.

La successione può essere classificata in legittima, quando i beneficiari sono designati dalla legge, o testamentaria, quando sono nominati attraverso un testamento. Secondo l’articolo 457 del codice civile italiano, l’eredità si trasmette per legge o per testamento, con la successione legittima che prevale in assenza, totale o parziale, di quella testamentaria. Il nostro ordinamento giuridico esclude la possibilità di “patti successori”. In assenza di testamento, la legge stabilisce chi sono gli eredi in base alla prossimità di parentela col defunto, estendendo il diritto di successione fino al sesto grado di parentela. Se un potenziale erede non accetta l’eredità, il diritto passa al successivo in linea di parentela, designato dal testamento o dalla legge.

L’articolo 457, comma 3, del codice civile tutela anche i diritti dei cosiddetti legittimari, ovvero quei parenti che, in virtù della legge, non possono essere completamente esclusi dall’eredità, anche in presenza di disposizioni testamentarie contrarie. Questi soggetti, qualora si ritrovino pretermessi o danneggiati nelle loro quote di legittima dal testamento, possono intraprendere azioni legali per la riduzione o la restituzione dei beni, in modo da ripristinare i diritti a loro riservati dalla legge.

La successione necessaria non è considerata una categoria a sé stante, ma piuttosto una forma rafforzata di successione legittima. Essa si basa su un equilibrio tra la libertà di disporre dei propri beni per testamento e la protezione degli interessi della famiglia del defunto, mirando a salvaguardare le basi economiche di coloro che avevano un legame diretto con il de cuius.

Il vero costo dell’istruzione: quanto investire per il futuro dei figli?

Il vero costo dell’istruzione: quanto investire per il futuro dei figli?

Il costo dell’istruzione in Italia è un tema centrale per le famiglie che desiderano garantire un futuro solido ai propri figli. Secondo un’indagine di Fineco, la spesa annua per l’istruzione in Italia raggiunge cifre importanti, soprattutto se si considerano i costi dell’università, tra tasse, costi fuori sede e scarsi investimenti pubblici. Eppure, formare i giovani offre un ritorno in termini di opportunità lavorative e retribuzioni più elevate.

Quanto spendono ogni anno le famiglie italiane per l’istruzione dei figli?

Secondo un’indagine di Fineco, in Italia le famiglie sostengono una spesa complessiva di 9,1 miliardi di euro all’anno per l’istruzione. Questo dato è particolarmente rilevante nel panorama europeo, confermando l’importanza di una pianificazione finanziaria attenta.

Quanto costano i vari livelli scolastici in Italia?

  • Scuola materna: 1,15 miliardi in totale, ossia 833,2 euro a bambino.
  • Elementari e medie: 1,68 miliardi, pari a 378 euro per alunno.
  • Scuole superiori: 688,7 milioni, equivalenti a 237,9 euro per studente.
    Tuttavia, la spesa più grande riguarda l’università, che incide per il 61,3% del totale (5,58 miliardi).

Perché i costi universitari in Italia sono così elevati?

Le tasse universitarie italiane sono tra le più alte d’Europa, con una media di 1.592 euro l’anno. A questa cifra si aggiungono i costi per gli studenti fuori sede, che possono toccare anche i 17.000 euro annui. Questo quadro si inserisce in un contesto di limitati investimenti pubblici, poiché l’Italia spende per l’istruzione universitaria lo 0,88% del PIL, contro una media UE dell’1,27%.

Vale la pena investire nell’università per i propri figli, visti i costi?

Nonostante i costi siano alti, la laurea offre un ritorno: in Italia, i laureati tra i 25 e i 34 anni guadagnano in media il 17,2% in più rispetto a chi ha solo il diploma. Alcuni corsi di laurea, come Ingegneria e Informatica, presentano tassi di occupazione superiori al 90%, generando maggiori opportunità e stipendi più alti nel lungo termine.

Perché è importante pianificare con un consulente finanziario indipendente?

Data la spesa ingente e la complessità del panorama formativo, rivolgersi a un consulente finanziario indipendente aiuta a:

  • Distribuire il budget in modo strategico, tenendo conto delle diverse fasi di istruzione.
  • Prevedere costi futuri come tasse universitarie, alloggi e materiali didattici.
  • Ottimizzare il rendimento dei risparmi o degli investimenti a lungo termine, così da sostenere le esigenze legate allo studio senza gravare eccessivamente sul bilancio familiare.

Conclusioni

Il peso economico dell’istruzione in Italia è notevole, in particolare a livello universitario, dove tasse alte e costi di mantenimento fuori sede possono diventare impegnativi per molte famiglie. D’altro canto, ottenere una laurea rimane un vantaggio concreto in termini di occupabilità e reddito futuro. Per affrontare al meglio questa sfida e garantire ai propri figli un percorso di studi solido e sostenibile, una pianificazione finanziaria accurata è fondamentale. Affidarsi a un consulente finanziario indipendente, rappresenta un passo cruciale per far fruttare al meglio le risorse economiche destinate all’istruzione dei più giovani. Per ulteriori informazioni contattami.

Donazioni informali tra genitori e figli senza tassazione

Recentemente, la Corte di Cassazione ha chiarito una questione riguardante la tassazione delle donazioni tra genitori e figli, in particolare quelle effettuate in maniera informale o tramite pagamenti indiretti, come l’acquisto di una casa. La sentenza n. 7442 del 20 marzo 2024 ha definitivamente stabilito che tali donazioni non sono soggette a imposta di donazione a meno che non siano formalmente registrate.

La sentenza ha criticato la circolare 30/2015 dell’Agenzia delle Entrate, definendola “non condivisibile”, “imprecisa” e “incompleta”, in quanto imponeva la tassazione su tutte le liberalità tra vivi non accompagnate da un atto scritto soggetto a registrazione. La Cassazione, tuttavia, ha sottolineato che solo le donazioni risultanti da atti registrati o quelle dichiarate volontariamente dal contribuente sono imponibili.

Per le donazioni indirette, quali quelle effettuate tramite atti di compravendita dove il genitore paga il prezzo a nome del figlio, la Cassazione ha ribadito che non vi è obbligo di registrazione dell’atto come donazione a meno che non sussistano condizioni particolari. In particolare, l’imposta si applica solo se la donazione ha un valore superiore a un milione di euro e se viene rivelata dal contribuente durante un controllo fiscale.

La decisione stabilisce una distinzione chiara: non tutte le donazioni indirette che emergono da atti registrabili sono automaticamente soggette a tassazione. La legge concede al contribuente la facoltà di registrare volontariamente tali atti come donazioni, e l’amministrazione fiscale può imporre tasse solo se il valore supera il milione di euro e la donazione viene dichiarata in procedimenti di accertamento.

La sentenza della Cassazione porta un chiarimento significativo per molti contribuenti che effettuano trasferimenti di beni in maniera informale o indiretta. Ciò rappresenta un alleggerimento dal punto di vista fiscale, permettendo a genitori di supportare i propri figli senza il timore di pesanti oneri fiscali, a meno che non siano soddisfatti criteri specifici che richiedano la registrazione della donazione. Questa interpretazione offre una maggiore flessibilità e minori complicazioni burocratiche per donazioni di importi sostanziali o in contesti formali.

Modalità di accettazione dell’eredità: pura e semplice, con beneficio di inventario e opzioni di rinuncia

L’eredità non è solo una trasmissione di beni, ma anche di debiti, richiedendo quindi un’attenta valutazione prima di essere accettata. Questa decisione spetta esclusivamente all’individuo designato, che, una volta accettata l’eredità, assume in modo permanente lo status di erede, come espresso dal principio “semel heres semper heres”. L’accettazione può essere “pura e semplice” o “con beneficio di inventario”. La prima opzione implica una fusione tra i patrimoni del defunto e dell’erede, con il patrimonio dell’erede che diviene garanzia per i creditori del defunto. La seconda opzione, invece, mantiene separati i patrimoni, con quello ereditario che serve come garanzia.

Il diritto di accettare un’eredità si prescrive dopo dieci anni, ma questo termine non è perentorio, consentendo al designato di diventare erede anche dopo tale periodo, a meno che non vengano sollevate obiezioni di prescrizione. L’accettazione con beneficio di inventario richiede una dichiarazione formale davanti a un notaio o al cancelliere del tribunale, accompagnata da un inventario dei beni. Al contrario, l’accettazione pura e semplice può essere dichiarata esplicitamente o dedotta tacitamente da certi comportamenti, come la vendita o la donazione di beni ereditari.

L’accettazione tacita può anche essere inferita da azioni che indicano una gestione attiva dei beni, non spiegabile altrimenti se non dalla volontà di accettare l’eredità, ad esempio la distruzione di beni del defunto. Tuttavia, azioni conservatrici essenziali non sono considerate accettazioni tacite. L’eredità può essere rifiutata formalmente tramite un atto notarile, e tale rinuncia è definitiva e retroattiva, liberando il rinunciante da eventuali debiti ereditari.

Le entità giuridiche e le persone non completamente capaci devono accettare l’eredità con beneficio di inventario e restano vincolate a tale modalità per un anno dopo aver raggiunto la piena capacità o al termine di un’incapacità legale, a meno che non adempiano alle procedure richieste. La mancata redazione dell’inventario entro i termini previsti comporta la perdita del diritto di accettare per gli enti privati.

Inoltre, una volta accettata l’eredità, non è più possibile per il designato rinunciare; l’accettazione è irrevocabile. La rinuncia, da parte sua, è considerata come se il rinunciante non fosse mai stato designato, con effetti che risalgono all’apertura della successione. I creditori del rinunciante possono contestare la rinuncia se subiscono danni da tale azione e possono essere autorizzati dal giudice a rivendicare i beni ereditari in nome del rinunciante.

In sintesi, la complessità dell’accettazione e della rinuncia all’eredità riflette l’importanza di considerare attentamente le implicazioni legali e finanziarie di tali decisioni.