Quando si parla di investimenti, molti si affidano all’intuito o alle proprie conoscenze ritenendo di poter competere con i professionisti del settore. Eppure, numerosi studi – fra cui quelli condotti da Dalbar Inc. e JP Morgan – mostrano come l’investitore “fai-da-te” tenda a ottenere risultati significativamente inferiori rispetto a chi adotta strategie più strutturate.
Secondo un’analisi di Dalbar Inc. e di JP Morgan, l’investitore fai-da-te negli Stati Uniti ha ottenuto un rendimento annualizzato medio del 3,6% negli ultimi 20 anni. Sebbene questo dato superi l’inflazione media (2,2%), risulta più basso rispetto a strategie semplici come un portafoglio bilanciato 60/40 tra azioni e obbligazioni (7,4% annuo) o l’investimento nell’S&P 500 (fino al 9,4% annuo).
I dati mostrano che, anche guardando a orizzonti di 30 anni, il risultato dell’investitore non professionista resta significativamente inferiore rispetto a strategie passive e a indici di riferimento.
Il “gap di rendimento” è dovuto a diversi fattori:
Concentrarsi su singole azioni aumenta la probabilità di sottoperformare gli indici, poiché la maggioranza dei titoli non offre rendimenti all’altezza delle aspettative. Al contrario, una strategia diversificata – come l’investimento in un paniere più ampio o in ETF che replicano indici – riduce il rischio di mancare le poche azioni che effettivamente trainano il mercato.
Un consulente finanziario indipendente aiuta a:
I numeri parlano chiaro: affidarsi a un approccio fai-da-te potrebbe sembrare conveniente, ma spesso porta a rendimenti più bassi sul lungo periodo. L’aiuto di un professionista – in particolare di un consulente finanziario indipendente – permette di adottare strategie più efficaci e di minimizzare gli errori determinati da emotività e scarsa conoscenza. Per informazioni su come strutturare un piano di investimento solido e duraturo, contattami.
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