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Il risparmiatore consapevole: come analizzare le proposte di investimento della tua banca

Valutare le proposte di investimento può essere complesso, soprattutto per chi non ha familiarità con i mercati finanziari. È fondamentale avere una strategia chiara e strumenti adeguati per distinguere tra le opzioni disponibili e scegliere quelle più adatte alle proprie esigenze. Qui trovi una lista di argomenti da considerare. Conoscere queste informazioni ti aiuterà a prendere decisioni informate e a gestire i tuoi risparmi con maggiore sicurezza. Ricorda: il supporto di un consulente finanziario indipendente è essenziale per ottenere una visione imparziale e personalizzata. Per maggiori informazioni contattami

Quali obiettivi devo considerare prima di investire?

Definire gli obiettivi finanziari è il primo passo per valutare un investimento. Bisogna stabilire priorità, scadenze e valori da raggiungere. Ad esempio, chiediti: vuoi proteggere il capitale, ottenere un reddito regolare o far crescere il tuo patrimonio a lungo termine? L’orizzonte temporale e le esigenze specifiche guideranno la scelta delle proposte di investimento.

Come calcolo la mia capacità di risparmio?

Sapere quanto puoi risparmiare annualmente è cruciale per pianificare correttamente gli investimenti. Valuta le tue entrate, spese e eventuali imprevisti per determinare la somma destinabile agli investimenti senza compromettere la tua sicurezza finanziaria.

Perché è importante condividere i miei obiettivi con un consulente finanziario indipendente?

Condividere informazioni sui tuoi obiettivi finanziari e la tua propensione al rischio permette al consulente di offrirti soluzioni mirate. Questo aiuta a evitare proposte standardizzate e a creare un portafoglio personalizzato che rispecchi le tue esigenze.

Come riduco i rischi attraverso la diversificazione?

La diversificazione del portafoglio è una strategia fondamentale per ridurre i rischi. Ad esempio, un portafoglio ben bilanciato potrebbe includere azioni per obiettivi a lungo termine e obbligazioni o strumenti monetari per necessità a breve termine. Questo approccio protegge il tuo patrimonio da fluttuazioni improvvise.

Quanto sono importanti i costi associati agli investimenti?

I costi, come le commissioni, possono avere un impatto significativo sui rendimenti. È essenziale comprendere tutte le spese associate agli strumenti finanziari per evitare sorprese e valutare se il rendimento netto giustifica tali costi.

Come posso valutare le performance di un investimento?

Confrontare i rendimenti di un investimento con un benchmark o un ETF è un modo efficace per capire il valore della gestione attiva. Ad esempio, se un fondo gestito attivamente non supera costantemente un ETF simile, potrebbe non valere i costi aggiuntivi.

Perché diffidare di rendimenti elevati e garantiti?

Le promesse di rendimenti elevati e garantiti spesso nascondono rischi altrettanto alti o, nei peggiori casi, truffe. Un investimento realistico tiene conto del rapporto rischio/rendimento e offre una prospettiva trasparente.

Quanto è importante la liquidità di un investimento?

La liquidità indica quanto velocemente puoi convertire un investimento in denaro. Per esigenze immediate, prediligi strumenti facilmente liquidabili, come fondi monetari o obbligazioni a breve termine, evitando prodotti con vincoli prolungati.

Cos’è il Key Information Document (KID) e perché richiederlo?

Il KID è un documento essenziale che fornisce informazioni chiave sugli strumenti finanziari, come costi, rischi e rendimenti potenziali. Richiedilo sempre per confrontare diverse opzioni in modo chiaro e trasparente.

Quando è utile richiedere una seconda opinione?

Una seconda opinione da un consulente finanziario indipendente può offrire una prospettiva imparziale, aiutandoti a confrontare le proposte di investimento e a scegliere quella più adatta alle tue esigenze.

Essere informati è il primo passo per investire con consapevolezza e sicurezza. Rivolgersi a un consulente finanziario indipendente ti garantisce il supporto necessario per navigare un mercato complesso e ottenere il massimo dai tuoi investimenti.

10 motivi per scegliere un consulente finanziario indipendente

“Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai.

Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio.

Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.”

E’ forse una delle frasi più celebri del film Matrix (1999). Da un lato c’è il nostro mondo, così come lo conosciamo e lo viviamo, e dall’altro c’è un mondo, a noi sconosciuto, in grado di spiegarci più a fondo il funzionamento del nostro. 

Sebbene la similitudine con Matrix possa sembrare poco inerente, quando si tratta di gestire il proprio patrimonio, la scelta del consulente finanziario può fare la differenza. Aprire dunque gli occhi su ciò che fino adesso si è fatto e guardare ad un altro modo di gestire il proprio patrimonio.

La ricchezza degli italiani ammonta a quasi 5.600 miliardi di euro (dato 2023). Di questi, circa 840 miliardi sono gestiti con strumenti finanziari ed assicurativi dai consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (ex promotori finanziari). 

Sebbene propongano solitamente soluzioni di investimento migliori rispetto ai loro colleghi bancari, è bene ricordare che sono professionisti remunerati in base alle masse gestite e ai prodotti collocati. Vivono cioè di provvigioni sui prodotti proposti ai propri clienti.

Più costoso è il prodotto sottoscritto dal cliente, maggiore sarà il loro guadagno.

La remunerazione, così concepita, genera inevitabilmente un conflitto di interessi tra loro ed il cliente. 

Ed è questo, forse, il motivo principale per cui solo il 23% degli 840 miliardi sopracitati, è rappresentato da strumenti finanziari definiti “risparmio amministrato”. Quelli cioè meno costosi per il cliente e meno redditizi per chi li propone.

Occorre evidenziare, che all’interno dei prodotti amministrati esiste una nicchia di strumenti finanziari rappresentata dai certificates (certificati). Oltre ad essere strumenti non adatti a tutti i risparmiatori e spesso venduti alla clientela in maniera indiscriminata, prevedono dei costi di sottoscrizione o collocamento a volte considerevoli. Costi non visibili o non percepiti dal sottoscrittore ma decisamente presenti.

Vediamo quindi 10 motivi per cui scegliere un consulente finanziario indipendente potrebbe rivelarsi una decisione migliore rispetto a un consulente finanziario abilitato all’offerta.

1. Indipendenza e assenza di conflitti di interesse

Perché scegliere un consulente finanziario indipendente?

I consulenti finanziari indipendenti operano senza avere rapporti con banche o reti commerciali e non hanno alcun interesse a collocare specifici strumenti finanziari. Questo consente loro di fornire consigli imparziali e personalizzati, basati esclusivamente sulle esigenze del cliente.

Un consulente finanziario indipendente potrà quindi consigliare lo strumento finanziario più efficiente disponibile sul mercato, senza essere limitato ai prodotti offerti da una singola banca.

Questo è possibile sia mantenendo i rapporti con la propria banca, sia scegliendo un diverso istituto che potrebbe anche offrire servizi e condizioni migliori.

2. Consulenza personalizzata e approccio su misura

Quali sono i vantaggi di rivolgersi ad un consulente finanziario indipendente?

Un consulente finanziario indipendente elabora un piano finanziario personalizzato in base alle esigenze e agli obiettivi specifici del cliente, senza essere vincolato a modelli standardizzati imposti da banche o reti. Scevro da budget, incentivi e pressioni commerciali.

Se il tuo obiettivo è per esempio risparmiare per l’università dei tuoi figli, un consulente finanziario indipendente analizzerà la tua situazione finanziaria e svilupperà un piano su misura per raggiungere questo specifico scopo. Ed invece di consigliarti un prodotto convenzionale che risulti più vantaggioso per lui che per te, potrà indicarti le soluzioni più efficienti e quasi certamente, meno costose.

3. Trasparenza delle tariffe

Come viene pagato un consulente finanziario indipendente?

I consulenti finanziari indipendenti offrono una struttura a parcella trasparente, generalmente basata su una tariffa oraria od una percentuale sugli asset gestiti anziché su commissioni derivanti dalla promozione di prodotti finanziari.

Con un consulente finanziario indipendente, conoscerai esattamente il costo dei servizi, senza spiacevoli sorprese o spese aggiuntive legate alla promozione di specifici prodotti finanziari che spesso, e non troppo casualmente, si rivelano i più costosi per te e di conseguenza, i più redditizi per chi li propone. 

Il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede (ex promotore finanziario) è a tutti gli effetti equiparato ad un agente di commercio. Promuove quindi i prodotti collocati o distribuiti dalla banca o dalla rete per cui lavora. Tutto legato a provvigioni (front fee e management fee), budget ed incentivi. Tutte forme di remunerazione, più o meno trasparenti, che sarai tu a pagare, anche se spesso non ne sei consapevole.

A tal proposito, ricorda di leggere sempre con attenzione il Rendiconto degli oneri e dei costi che il tuo intermediario (banca o sim) deve obbligatoriamente inviare entro il 30 aprile di ogni anno. Sebbene il documento sia piuttosto nebuloso e non di facile lettura, potrai scoprire il reale costo dei tuoi investimenti e, soprattutto, che non esiste alcun pasto gratuito. Soprattutto nel mondo della finanza.

4. Libertà di scelta e ampiezza di opzioni

Quali strumenti finanziari consiglia un consulente finanziario indipendente?

Non esiste lo strumento ideale né quello adatto per tutti. Occorre comprendere le esigenze e gli obiettivi del cliente. In generale, comunque, i consulenti finanziari indipendenti possono consigliare tutti gli strumenti finanziari, fatto salva qualche particolare eccezione ed evitando quelli più costosi o, più precisamente, meno efficienti. In questo modo offre la possibilità di creare un valido portafoglio e soprattutto personalizzato. 

Un consulente finanziario indipendente potrà raccomandare, per esempio, ETP (Exchange Traded Products), singoli titoli azionari, obbligazioni governative, corporate e high yeld, certificati e, seppur più raramente, alcuni fondi comuni d’investimento di diritto italiano ed estero ed alcuni strumenti assicurativi. Inoltre, può fornire consulenza su investimenti immobiliari o alternativi, selezionando quelli che meglio si adattano alle tue necessità, desideri ed obiettivi.

È bene evidenziare che il consulente finanziario indipendente non vende prodotti ma offre consulenza.

5. Focus sulla pianificazione a lungo termine

Come pianificare a lungo termine con un consulente finanziario indipendente?

I consulenti finanziari indipendenti non rispondono solo a specifiche esigenze di breve periodo ma anche, e soprattutto, a quelle legate ad una pianificazione finanziaria di lungo termine, supportando i clienti nel raggiungimento di obiettivi come per esempio la pensione, l’acquisto di una casa, l’istruzione dei figli o la gestione del rischio familiare.

Un consulente finanziario indipendente potrà sviluppare un piano dettagliato che includa risparmio, investimenti, assicurazioni, immobili, strategie di ottimizzazione fiscale e pianificazione successoria, garantendo così una sicurezza finanziaria di lungo termine. 

Un processo che parte necessariamente da un’approfondita analisi della situazione patrimoniale esistente, unita alle esigenze e agli obiettivi del cliente. Solo dopo aver focalizzato quegli aspetti che incidono sulla vita personale e della propria famiglia, potrà essere elaborato un piano finanziario che accompagni le varie fasi dell’esistenza del cliente e che si evolvi continuamente seguendo gli eventi che caratterizzeranno il trascorrere della vita familiare. Anche in caso di imprevisti.

6. Visione globale del patrimonio

Quale visione deI patrimonio hanno i consulenti finanziari indipendenti?

I consulenti finanziari indipendenti hanno una visione globale del patrimonio del cliente. Possono gestire l’intero portafoglio finanziario anche se detenuto in più banche, garantendo così la corretta diversificazione nel suo complesso senza il rischio di sovraesposizione in determinate asset class, di concentrazione del rischio o di emittente. Questo permette di seguire un’unica strategia armoniosa, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi del cliente. 

Ad esempio, un consulente finanziario indipendente potrebbe consigliare uno strumento finanziario per recuperare delle minusvalenze che hai maturato in una banca, modificando l’asset allocation nelle altre banche per mantenere equilibrata la strategia di investimento iniziale. Questo è possibile solo perché ha una visione totale del tuo portafoglio. Inoltre, il consulente finanziario indipendente, tiene in considerazione anche i tuoi asset non finanziari. Tutto finalizzato alla gestione totale del tuo patrimonio.

7. Maggiore fiducia e relazione personale

Come trovare un consulente finanziario indipendente di fiducia?

Costruire una relazione di fiducia è fondamentale. I consulenti finanziari indipendenti lavorano a stretto contatto con i propri clienti, offrendo un servizio personalizzato e creando relazioni durature basate sulla fiducia, sulla professionalità e l’imparzialità. 

Avendo un numero inferiore di clienti rispetto ai consulenti di banche e reti (ex promotori finanziari) o di un dipendente di banca, un consulente finanziario indipendente può dedicare più tempo e attenzione a ciascun cliente, garantendo un supporto più approfondito e mirato. I consulenti finanziari indipendenti puoi trovarli nella sezione dei Consulenti Finanziari Autonomi (o Indipendenti) consultabile sull’Albo vigilato dall’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari (in breve OCF). Verifica la sua professionalità, il suo percorso formativo e le sue eventuali certificazioni.

8. Adattabilità e flessibilità

I consulenti finanziari indipendenti sono flessibili?

I consulenti finanziari indipendenti sono estremamente flessibili nel rispondere alle esigenze in evoluzione dei clienti, adattando le strategie di investimento e pianificazione in base alle circostanze personali e di mercato.

Se le tue circostanze cambiano, come per esempio una nuova opportunità di lavoro, un cambiamento familiare o un’eredità ricevuta, un consulente finanziario indipendente, non vincolato da budget o pressioni commerciali, può rapidamente rivedere e aggiornare il tuo piano finanziario affinché possa riflette al meglio le nuove condizioni.

9. Supporto nelle decisioni complesse

Come prendere decisioni finanziarie complesse?

Le decisioni finanziarie possono essere complicate, ma un consulente finanziario indipendente offre il supporto necessario per comprendere le varie opzioni disponibili e prendere decisioni informate.

Sia che tu debba pianificare la successione, gestire un’eredità o scegliere tra diversi investimenti, un consulente indipendente ti fornirà consulenza chiara e imparziale, aiutandoti a navigare attraverso le complessità finanziarie con sicurezza.

10. Servizi Integrati di pianificazione

Quali servizi offre un consulente finanziario indipendente?

Oltre alla gestione degli investimenti, i consulenti finanziari indipendenti offrono consulenze integrate che includono la gestione del rischio e la pianificazione assicurativa, la pianificazione fiscale, la pianificazione immobiliare, la gestione dei debiti, la pianificazione successoria oltre a consulenze per investimenti in arte, beni da collezione e di lusso o metalli preziosi.

Un consulente finanziario indipendente può per esempio aiutarti a ottimizzare la tua situazione fiscale, gestire il patrimonio familiare e pianificare il passaggio di beni alla prossima generazione, fornendo un approccio olistico alla tua situazione finanziaria.

Conclusione

Fino a pochi anni fa, il termine “consulente finanziario” era poco conosciuto. Esisteva il promotore finanziario, ovvero colui che promuoveva prodotti e servizi della banca o della rete per cui lavorava. Dal 2018, questa definizione è stata variata in “consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede”. 

Tuttavia, la struttura remunerativa per questa figura è rimasta invariata, basata cioè sulle provvigioni generate dai prodotti proposti, incentivi per collocare un prodotto piuttosto che un altro e premi per il raggiungimento di budget. Questi costi sono quasi sempre sostenuti dal cliente, spesso inconsapevole delle spese nascoste legate ai propri investimenti.

Sempre nel 2018 è stata riconosciuta dall’Albo dei Consulenti Finanziari (OCF) anche la figura del Consulente Finanziario Autonomo (o Indipendente).

Sebbene appartenenti allo stesso Albo e apparentemente simili, quella del Consulente Finanziario Abilitato all’Offerta Fuori Sede e del Consulente Finanziario Autonomo (o Indipendente) sono due professioni profondamente diverse tanto da essere divise in due sezioni dell’Albo ben distinte e separate.

A differenza dei consulenti legati a banche o reti, il consulente finanziario indipendente può offrire molti vantaggi, tra cui, forse i più importanti, trasparenza ed imparzialità. Un consulente finanziario indipendente è pagato direttamente da te con una parcella ben definita e chiara, senza costi nascosti, ma soprattutto lavora esclusivamente a tuo beneficio, senza conflitti di interesse con banche o compagnie assicurative e quindi senza pressioni commerciali.

Anche se da qualche tempo, alcune banche e reti, adottano un servizio di consulenza a pagamento, definita “evoluta”, si tratta di un servizio confinato nel perimetro dei prodotti collocati e distribuiti dalla banca. Un servizio ibrido che in alcuni casi, non fa altro che aumentare i costi per il cliente.

In definitiva, che tu voglia proteggere e valorizzare al meglio il tuo patrimonio oppure costruirne uno, con consigli imparziali e una strategia personalizzata, scegliere un consulente finanziario indipendente potrebbe essere la soluzione ideale per te.

Scissione asimmetrica: un’opportunità strategica per la pianificazione fiscale

Scissione asimmetrica: un’opportunità strategica per la pianificazione fiscale

La scissione asimmetrica è una strategia aziendale che permette la riorganizzazione del patrimonio societario, spesso utilizzata per passaggi generazionali o separazioni tra soci. Essa è regolata dal Codice Civile e soggetta a valutazioni fiscali specifiche.

Cos’è la scissione asimmetrica?

La scissione è un’operazione societaria disciplinata dagli artt. 2506 e 2506.1 del Codice Civile, attraverso la quale una società trasferisce parte o tutto il proprio patrimonio a una o più entità, che possono essere nuove o già esistenti. La scissione asimmetrica, prevista dall’art. 2506, comma 2, si verifica quando alcuni soci non ricevono partecipazioni nelle società beneficiarie, ma mantengono le loro quote nella società scissa. Tale operazione richiede il consenso unanime dei soci.

Quando è utile la scissione asimmetrica?

La scissione asimmetrica è utile in diversi scenari, tra cui:

  • Passaggi generazionali: facilita la suddivisione del patrimonio aziendale tra eredi, evitando conflitti.
  • Risoluzione di conflitti tra soci: permette la separazione tra rami familiari o soci con visioni divergenti sulla gestione aziendale.
  • Separazione patrimoniale: aiuta a riorganizzare gli asset aziendali senza interrompere l’attività.

Quali sono gli effetti fiscali della scissione asimmetrica?

Dal punto di vista fiscale, la scissione asimmetrica beneficia del principio di neutralità ai sensi dell’art. 173 del TUIR. Ciò significa che l’operazione non genera immediati obblighi fiscali, purché sia effettuata nel rispetto della normativa vigente e non abbia finalità elusive.

La scissione asimmetrica può essere considerata un abuso del diritto?

In passato, vi erano dubbi sulla possibilità che la scissione asimmetrica fosse considerata un’operazione elusiva. Oggi, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che tali operazioni sono lecite se finalizzate a preservare l’integrità aziendale e non mirano esclusivamente a ottenere vantaggi fiscali indebiti. Se la scissione è realizzata senza valide ragioni economiche o aziendali e con il solo scopo di evitare imposte, può essere considerata un abuso e sanzionata.

Quali precauzioni adottare per evitare problemi fiscali?

Per evitare contestazioni fiscali, è consigliabile:

  • Documentare le motivazioni economiche e aziendali alla base della scissione.
  • Evitare operazioni prive di sostanza economica che potrebbero essere interpretate come elusive.
  • Consultare un consulente finanziario indipendente per valutare la corretta applicazione della normativa e garantire la conformità fiscale dell’operazione.

La scissione asimmetrica rappresenta un’opportunità strategica per la gestione aziendale e patrimoniale, purché venga eseguita nel rispetto della normativa. Affidarsi ad un consulente finanziario indipendente che si avvale di esperti dedicati, è essenziale per sfruttarne i benefici senza incorrere in rischi fiscali o sanzioni.

Arte, Whiskey e Design – Opportunità di Investimento nei Mercati di Nicchia

Arte, whiskey e design: opportunità di investimento nei mercati di nicchia

Negli ultimi anni, gli investimenti alternativi in beni di nicchia – come arte, auto d’epoca, gioielli e whiskey pregiati – stanno guadagnando sempre più popolarità, specialmente tra gli investitori facoltosi. Questi asset rappresentano una quota crescente nei portafogli, ma comportano costi e rischi significativi. Di seguito analizziamo le opportunità e le sfide legate a questi investimenti, sottolineando l’importanza di una pianificazione accurata e dell’assistenza di un consulente finanziario indipendente.

Quali opportunità offrono gli investimenti in beni alternativi come arte, auto d’epoca, gioielli e whiskey pregiati?

Gli investimenti alternativi permettono di diversificare il portafoglio oltre i tradizionali asset azionari e immobiliari. Nel 2022, un’indagine Deloitte ha stimato il valore di questi beni a 2.174 miliardi di dollari, e il settore è destinato a crescere ulteriormente. Tra questi, l’arte domina il mercato, con vendite di dipinti che nel 2023 hanno generato 65 miliardi di dollari, principalmente tramite rivenditori e aste.

osa sono i Global Passion Assets e quali sono i loro risultati recenti?

I Global Passion Assets comprendono investimenti in beni di lusso e di nicchia, come vini, whiskey, gioielli e orologi. Nel 2023, il giro d’affari di questo segmento ha raggiunto i 2,65 miliardi di dollari. Ad esempio, i whiskey pregiati hanno registrato una crescita del 280% negli ultimi 10 anni, anche se recentemente il loro valore ha subito una flessione.

Qual è il rendimento a lungo termine degli investimenti in arte?

Sul lungo periodo, l’arte può essere altamente redditizia. Un’analisi sui rendimenti a 20 anni delle opere dei 100 maggiori artisti ha evidenziato un rendimento del 5,8%. Questo risultato supera l’inflazione e il rendimento del mercato immobiliare italiano, sebbene sia inferiore rispetto al potenziale rendimento dell’azionario. È interessante notare che investimenti in opere d’arte contemporanea e post-bellica hanno performato meglio rispetto agli Old Masters.

Quali sono i principali rischi e costi associati agli investimenti nei mercati di nicchia?

Investire in beni alternativi richiede competenze specifiche, poiché i costi e i rischi possono essere elevati. In molti casi, il rendimento di questi investimenti non riesce a battere l’inflazione o i rendimenti di investimenti tradizionali come il mercato azionario o immobiliare. È fondamentale valutare attentamente le commissioni, la liquidità del mercato e le specifiche dinamiche di ogni settore.

Perché è importante affidarsi a un consulente finanziario indipendente per investimenti alternativi?

Un consulente finanziario indipendente offre un supporto personalizzato e imparziale, essenziale per navigare le complessità dei mercati di nicchia. Può aiutarti a definire obiettivi chiari, strutturare una strategia d’investimento diversificata e limitare i rischi, ottimizzando i rendimenti del tuo portafoglio.

Educazione Finanziaria a Scuola: Un’Iniziativa Apprezzata da Tutti

Educazione finanziaria a scuola: un’iniziativa apprezzata da tutti

La Legge 5 marzo 2024, n. 21 ha introdotto l’educazione finanziaria nei programmi scolastici italiani, integrandola nell’educazione civica per un totale di 33 ore annuali. Questo rappresenta un passo importante per migliorare le competenze finanziarie dei giovani e colmare il gap di alfabetizzazione finanziaria nel nostro Paese.

Che cos’è la Legge 5 marzo 2024, n. 21 e quali sono i suoi obiettivi?

La Legge 5 marzo 2024, n. 21 ha integrato l’educazione finanziaria nei programmi scolastici italiani come parte dell’educazione civica. L’obiettivo principale è fornire ai giovani competenze finanziarie di base e avanzate, aiutandoli a gestire consapevolmente le risorse economiche, comprendere i rischi e riconoscere le opportunità nel sistema economico.

Quante ore di educazione finanziaria sono previste nei programmi scolastici?

La legge prevede che le 33 ore annuali di educazione civica includano anche argomenti di educazione finanziaria. Questi saranno adattati all’età e al livello degli studenti.

Quali temi vengono trattati nell’educazione finanziaria per i più piccoli?

Per i bambini delle scuole primarie, i temi trattati includono:

  • La gestione della paghetta.
  • I concetti base di risparmio.
  • La protezione dalle truffe.

Quali argomenti di educazione finanziaria sono previsti per gli studenti delle scuole superiori?

Per i ragazzi delle scuole superiori, i temi si estendono a concetti più complessi, come:

  • Il rapporto rischio/rendimento.
  • I mercati finanziari e il loro funzionamento.
  • La gestione del denaro in situazioni più articolate.

Qual è l’opinione dei genitori sull’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole?

Secondo un’indagine di Alleanza Assicurazioni e Bva Doxa:

  • L’80% dei genitori ritiene che l’educazione finanziaria possa avere un impatto positivo sui propri figli.
  • Solo il 12% dei genitori conosce bene la Legge 5 marzo 2024, mentre una parte significativa ha una conoscenza superficiale della normativa.

Cosa pensano gli insegnanti di questa iniziativa?

Anche gli insegnanti hanno accolto positivamente l’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici, riconoscendone l’importanza per preparare gli studenti ad affrontare le sfide economiche del futuro. Tuttavia, solo il 24% degli insegnanti conosce i dettagli della normativa.

Perché è importante l’educazione finanziaria nelle scuole?

L’educazione finanziaria è fondamentale per:

  • Ridurre il gap di alfabetizzazione finanziaria in Italia.
  • Preparare i giovani a prendere decisioni economiche consapevoli.
  • Promuovere una cultura finanziaria che favorisca la sicurezza economica a lungo termine.

Conclusione

L’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici rappresenta un passo importante per il futuro delle giovani generazioni. Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per aumentarne la conoscenza tra genitori e insegnanti, questa iniziativa offre una solida base per migliorare la consapevolezza economica e finanziaria dei cittadini italiani.

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Criptoattività: tassazione integrale sulle plusvalenze oltre i 2.000 Euro

Criptoattività: tassazione integrale sulle plusvalenze oltre i 2.000 Euro

Negli ultimi anni, il tema della tassazione delle criptoattività ha suscitato numerosi dubbi e interpretazioni contraddittorie. Con le recenti istruzioni al quadro RT del modello Redditi, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito in modo definitivo l’aliquota e le modalità di calcolo delle plusvalenze su criptovalute e altri strumenti di questo tipo, ponendo particolare attenzione alla soglia dei 2.000 euro annui.

Dal 1° gennaio 2023, come sono tassate le plusvalenze da criptoattività oltre i 2.000 euro annui?

A partire dal 1° gennaio 2023, le plusvalenze derivanti dalla cessione, permuta o rimborso di criptoattività che superano i 2.000 euro annui sono interamente tassabili con un’aliquota del 26%. Le istruzioni al quadro RT del modello Redditi hanno confermato che tale importo non deve essere considerato come una franchigia, bensì come una semplice soglia oltre la quale l’intera plusvalenza diventa imponibile.

Quale normativa disciplina la tassazione delle plusvalenze su criptoattività?

Il riferimento normativo è dato dall’articolo 67, comma 1, lettera c-sexies) del Tuir, secondo cui sono considerati redditi diversi tutte le plusvalenze e altri proventi derivanti da criptoattività, purché nell’anno superino complessivamente i 2.000 euro. Le nuove istruzioni al modello Redditi ribadiscono che, oltre questa soglia, il calcolo delle plusvalenze avviene senza alcuna riduzione.

Cosa dicono le istruzioni al quadro RT del modello Redditi sulle criptoattività?

Le istruzioni al quadro RT del modello Redditi specificano che, una volta superata la soglia annuale di 2.000 euro, l’eventuale plusvalenza derivante da qualsiasi operazione (cessione, permuta o rimborso) sarà soggetta al 26% di tassazione in maniera integrale. Questo chiarimento supera i dubbi emersi dalla circolare 30/E/2023, che in precedenza lasciava intendere un diverso trattamento.

In cosa consiste il superamento dei dubbi espressi nella circolare 30/E/2023?

La circolare 30/E/2023 aveva generato incertezza, poiché alcuni contribuivano a interpretare i 2.000 euro come una possibile franchigia o soglia esente. Le recenti istruzioni, invece, stabiliscono con chiarezza che la tassazione al 26% scatta sull’intero ammontare delle plusvalenze, non appena si supera il tetto di 2.000 euro annui complessivi, chiudendo definitivamente ogni ambiguità.

Come può cambiare la strategia degli investitori in criptoattività a fronte di questa novità fiscale?

Dato il nuovo quadro normativo, gli investitori con detenzioni limitate o con strategie a lungo periodo potrebbero prestare maggiore attenzione ai propri movimenti, per evitare di superare la soglia di 2.000 euro. In alcune situazioni, potrebbe diventare più rilevante gestire con cura la tempistica delle vendite o dei trasferimenti, per non incorrere in una tassazione integrale più pesante.

CONCLUSIONI

Le recenti istruzioni al quadro RT del modello Redditi chiudono definitivamente le incertezze in merito alla tassazione delle plusvalenze su criptoattività: superare i 2.000 euro nell’anno implica una tassazione al 26% su tutto l’importo guadagnato. Conoscere le regole e i riferimenti normativi – in particolare l’articolo 67, comma 1, lettera c-sexies) del Tuir – è essenziale per chi opera nel mondo delle criptovalute, al fine di evitare sorprese e gestire in modo consapevole la propria posizione fiscale. Per una valutazione personalizzata e un approccio strategico alle tue criptoattività, contattami.

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Donazione indiretta: Il termine per il Fisco scatta con la Voluntary Disclosure

Donazione indiretta: il termine per il fisco scatta con la voluntary disclosure

Le donazioni indirette sono un tema spesso sottovalutato e fonte di possibili contenziosi con l’Amministrazione finanziaria. Di recente, la Corte di Cassazione ha fornito nuove indicazioni sull’argomento, chiarendo quale sia il momento in cui scatta il termine di decadenza per l’azione fiscale, specialmente quando le donazioni indirette emergono in seguito a una collaborazione volontaria (Voluntary Disclosure). Di seguito, troverai una serie di domande frequenti.

Cosa significa che il termine per il Fisco scatta con la Voluntary Disclosure in caso di donazione indiretta?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18724/2024, ha stabilito che il termine di decadenza per l’azione fiscale su una donazione indiretta tassabile decorre dalla dichiarazione volontaria che la rivela (ad esempio una Voluntary Disclosure), e non dalla data della donazione stessa.

Quando una donazione indiretta diventa tassabile secondo la normativa vigente?

Secondo l’articolo 56-bis del Dlgs 346/1990, le donazioni indirette diventano tassabili in due casi:

  • se emergono da dichiarazioni rese nell’ambito di procedimenti fiscali;
  • se comportano incrementi patrimoniali superiori alle franchigie (1,5 milioni di euro per donatari gravemente disabili, 1 milione di euro per coniugi o parenti in linea retta, 100mila euro per fratelli o sorelle).

Chi può effettuare la dichiarazione che fa emergere la donazione indiretta?

La Cassazione chiarisce che la dichiarazione può provenire sia dal donante sia dal donatario e può derivare anche da una richiesta di collaborazione volontaria, soprattutto nel caso riguardi attività finanziarie o patrimoniali detenute all’estero e non dichiarate.

Qual è il termine per l’avviso di liquidazione dell’imposta sulle donazioni indirette?

Il termine per l’avviso di liquidazione dell’imposta è di 5 anni e decorre dalla dichiarazione spontanea, non dal momento in cui è stata effettuata la liberalità.

Conclusione

La recente sentenza della Corte di Cassazione specifica che, in tema di donazione indiretta, la data di decorrenza dei termini per l’Amministrazione finanziaria inizia a partire dal momento in cui la donazione viene dichiarata (anche tramite Voluntary Disclosure), e non da quando è stata compiuta. Tale posizione ha un impatto rilevante sulle tempistiche di accertamento e deve essere tenuta in considerazione da chiunque effettui o riceva una donazione indiretta. Contattami per ogni dubbio o approfondimento.

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Obblighi fiscali e dichiarativi per opere d’arte, beni da collezione e cripto-attività

Obblighi fiscali e dichiarativi per opere d’arte, beni da collezione e cripto-attività

La detenzione e il commercio di opere d’arte, beni da collezione e cripto-attività comportano implicazioni fiscali rilevanti che è essenziale conoscere per operare in regola e ottimizzare la gestione patrimoniale.

Le opere d’arte e i beni da collezione producono redditi tassabili in Italia?

No, il possesso di opere d’arte e beni da collezione non genera redditi tassabili né è soggetto a imposta patrimoniale in Italia. Tuttavia, sorgono obblighi fiscali in caso di vendite, che possono essere classificate come abituali o occasionali.

Quando la vendita di opere d’arte viene considerata un’attività d’impresa?

La vendita abituale di opere d’arte configura un’attività d’impresa. In tal caso, è necessario dichiarare i redditi nei seguenti quadri:

  • Quadro RF: per redditi d’impresa ordinaria.
  • Quadro LM: per regime forfetario con ricavi fino a 85.000 euro.
  • Quadro RG: per contabilità semplificata con ricavi inferiori a 800.000 euro.

L’Irap non è dovuta in assenza di un’autonoma organizzazione volta a generare reddito.

Come vengono tassate le vendite occasionali di opere d’arte?

Le vendite occasionali generano un “reddito diverso” se l’acquisto iniziale era orientato al profitto. Questo reddito deve essere dichiarato nel Quadro RL della dichiarazione dei redditi, con possibilità di dedurre le spese inerenti.

Quali obblighi dichiarativi esistono per beni d’arte detenuti all’estero?

I beni d’arte e da collezione detenuti all’estero devono essere dichiarati nel Quadro RW per fini di monitoraggio fiscale. Questo obbligo si applica anche se i beni non producono redditi tassabili, includendo quelli conservati in cassette di sicurezza o detenuti tramite intermediari in Paesi non collaborativi.
Nel Quadro RW vanno riportati:

  • Il costo d’acquisto o il valore di mercato all’inizio e alla fine del periodo d’imposta.

Le stesse regole valgono per le cripto-attività e gli NFT?

Sì, le cripto-attività, inclusi gli NFT (non fungible token) che rappresentano opere d’arte digitali o beni da collezione, rientrano nelle medesime normative.
Si applica un’imposta sostitutiva del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro.

  • Le plusvalenze sono calcolate come differenza tra il corrispettivo percepito e il costo d’acquisto.
  • Eventuali minusvalenze possono essere portate in deduzione nei quattro anni successivi.

Come viene determinato il costo d’acquisto per beni ereditati o donati?

  • Eredità: Il costo è quello dichiarato nell’imposta di successione.
  • Donazione: Il costo è quello del donante.
  • Mancanza di documentazione: Il costo è considerato pari a zero.

Conclusione

Conclusione

Affrontare i temi fiscali legati a opere d’arte, beni da collezione e cripto-attività richiede attenzione e competenza. Rivolgersi a un consulente finanziario indipendente garantisce una gestione trasparente e personalizzata delle proprie esigenze patrimoniali e fiscali. Affidatevi a un professionista per operare in regola e ottimizzare i vostri investimenti.

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Anziani: ricchi ma poveri – il paradosso di non investire

Anziani: ricchi ma poveri – il paradosso di non investire

Nonostante gli anziani italiani godano di redditi stabili e relativamente più elevati rispetto ad altri Paesi europei, il loro approccio agli investimenti è spesso inefficace. Questo fenomeno, evidenziato da analisi come quella di Eurostat, mostra come il patrimonio netto pro capite delle famiglie pensionate sia diminuito, a causa di una gestione concentrata su investimenti a basso rendimento. Di seguito, rispondiamo alle domande più frequenti che aiutano a comprendere questo paradosso e l’importanza di incentivare una gestione patrimoniale più dinamica e diversificata.

Qual è il ruolo degli anziani italiani nell’economia nazionale?

Gli anziani italiani hanno un ruolo cruciale nell’economia nazionale grazie a redditi stabili e mediamente più elevati rispetto al resto d’Europa. Secondo un’analisi Eurostat, il rapporto tra il reddito mediano degli over 65 e quello dei giovani è pari al 98%, rendendo l’Italia seconda solo alla Spagna in termini di distribuzione relativamente equa.

Perché si parla di “anziani: ricchi ma poveri”?

Nonostante dispongano di redditi elevati, gli anziani italiani tendono a risparmiare poco e investire in modo inefficace, concentrando i loro patrimoni principalmente su immobili e depositi bancari. Questo comportamento ha portato a una riduzione del patrimonio netto pro capite delle famiglie pensionate del 17,8% tra il 2013 e il 2023.

Qual è la situazione demografica degli anziani in Italia e il loro contributo all’economia?

La ricchezza complessiva degli over 65 in Italia rimane significativa. Negli ultimi dieci anni, il numero degli anziani è cresciuto da 12,4 a 14,1 milioni, evidenziando il loro fondamentale contributo all’economia nazionale, nonostante le difficoltà nella gestione ottimale dei loro investimenti.

In che modo i futuri anziani si differenziano dagli attuali in termini di investimenti?

La generazione dei futuri anziani, in particolare quella dei 55-64 anni, è numerosa e tende a diversificare maggiormente i propri investimenti. Questi individui presentano patrimoni medi più elevati rispetto alla media nazionale, il che offre opportunità per una migliore gestione patrimoniale se supportati da una strategia adeguata.

Cosa è necessario per migliorare l’efficienza economica nella gestione dei patrimoni degli anziani?

È essenziale incentivare una gestione più dinamica e diversificata dei patrimoni, sia per gli anziani attuali che per quelli futuri. Ciò richiede uno sforzo congiunto delle istituzioni e del settore finanziario, al fine di garantire benefici non solo per la popolazione anziana, ma anche per le future generazioni e per l’intero sistema economico italiano.

Cos’è il Goal Investing?

Cos’è il Goal Investing?

Il modo in cui gestiamo il denaro è profondamente influenzato dalla sua origine. Secondo la “teoria della contabilità mentale” di Richard Thaler, il denaro viene suddiviso in “cassetti” mentali, ognuno dedicato a scopi specifici, e questo influenza il nostro comportamento di spesa. In questo contesto nasce il concetto di Goal Investing, che allinea gli investimenti agli obiettivi personali, come la pensione, le emergenze o i viaggi.

In che modo l’origine del denaro influenza il nostro comportamento di spesa?

L’origine del denaro influisce fortemente sul nostro approccio alla spesa. Ad esempio, denaro inaspettato, come un bonus o una piccola eredità, viene gestito in modo diverso rispetto ai risparmi accumulati con fatica. Questo fenomeno è spiegato dalla “teoria della contabilità mentale” di Richard Thaler, secondo cui la nostra mente suddivide il denaro in “cassetti” mentali, ciascuno destinato a scopi specifici.

Che cos’è la teoria della contabilità mentale di Richard Thaler?

La teoria della contabilità mentale di Richard Thaler descrive il modo in cui le persone organizzano il denaro in categorie o “cassetti” distinti. Questo approccio mentale permette di trattare diversamente somme di denaro a seconda della loro origine: ad esempio, i soldi guadagnati con fatica sono considerati diversi dai denaro inaspettato, influenzando così le decisioni di spesa e investimento.

Cosa ha evidenziato l’esperimento condotto da Kahneman e Tversky negli anni ’80?

L’esperimento di Kahneman e Tversky ha mostrato che le persone sono più propense a pagare due volte per un biglietto del cinema se i soldi persi provengono dal “conto imprevisti” anziché dal conto destinato allo svago. Questo evidenzia come la provenienza del denaro, e la sua assegnazione a specifici “cassetti” mentali, influenzi il nostro comportamento di spesa.

In che modo il concetto di contabilità mentale si applica agli investimenti?

Nel campo degli investimenti, il principio della contabilità mentale spiega che i proventi, come i dividendi, vengono spesi più facilmente rispetto al capitale investito, poiché sono percepiti in modo differente. Questo influisce sulle decisioni d’investimento, poiché le persone tendono a gestire in maniera distinta il denaro percepito come guadagno rispetto al denaro accumulato.

Cos’è il Goal Investing e perché è importante?

Il Goal Investing è un approccio che allinea gli investimenti agli obiettivi personali, come la pensione, le emergenze o i viaggi. Ogni obiettivo richiede una strategia adeguata, che tenga conto dell’orizzonte temporale e dei rischi specifici. Questo metodo rende il concetto di rischio più comprensibile, facilita la scelta degli strumenti finanziari e aiuta a mantenere il focus sui propri obiettivi, ignorando le fluttuazioni di mercato.

Come aiuta il Goal Investing a mantenere il focus sugli obiettivi?

Il Goal Investing consente di strutturare una strategia d’investimento che si concentra su obiettivi specifici, come la pensione o la copertura di emergenze. In questo modo, l’investitore può ignorare le oscillazioni del mercato e concentrarsi sul raggiungimento di traguardi a lungo termine, riducendo l’impatto delle emozioni nelle decisioni finanziarie.

Perché è fondamentale affidarsi a un consulente finanziario indipendente nel Goal Investing?

Affidarsi a un consulente finanziario indipendente è fondamentale perché offre un supporto personalizzato e imparziale, senza conflitti di interesse legati a prodotti finanziari preconfezionati. Un consulente esperto può aiutarti a definire obiettivi chiari e a strutturare una strategia d’investimento che rispecchi le tue reali esigenze, ottimizzando il processo di Goal Investing.