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Insights

Lunga vita… ma a che prezzo?

09/06/2025

Lunga vita… ma a che prezzo?

Massimiliano Silla

Oggi viviamo più a lungo, un’evoluzione positiva. Tuttavia, ogni anno l’inflazione erode discretamente il potere d’acquisto dei nostri risparmi. Queste due tendenze, lento aumento della longevità e inflazione costante, creano insieme una doppia erosione invisibile che può indebolire anche i piani previdenziali più solidi.

La lentezza che logora

  • Un’inflazione media dell’1 % all’anno riduce del ~26 % il potere d’acquisto in 30 anni.
  • Al 2 % l’anno, la riduzione arriva al ~45 %.
  • Al 3 %, siamo al ~64 % di erosione dopo lo stesso periodo.

Nel frattempo, l’aspettativa di vita si allunga: se pensiamo di vivere fino a 90 anni, significa esporre i nostri risparmi a 25 anni di erosione, anziché 20.

Queste due forze, la longevità crescente e l’inflazione, sono interconnesse: più anni vivi, più l’inflazione erode il valore reale dei tuoi risparmi. Questo fenomeno è stato definito come “entropia previdenziale”.

Un esempio concreto: rendita fissa da 1.500 €

Immaginate di avere una pensione non indicizzata di 1.500 € al mese e aspettate di vivere fino a 30 anni. Ecco il potere reale dopo tre decenni:

  • Inflazione annua 1 % → valore reale circa 1.200 €
  • Inflazione 2 % → circa 920 €
  • Inflazione 3 % → solo 670 €

Non solo la cifra nominale rimane fissa, ma dopo 30 anni rischia di diventare insufficiente a coprire le spese essenziali, esattamente quando ne avrete più bisogno.

Il punto debole: nominale ≠ reale

Molti piani pensionistici si fermano all’analisi nominale: “Sì, i soldi bastano fino ai 90 anni”. Ma questa visione ignora un fatto cruciale: quanto quel denaro potrà acquistare in futuro. Un reddito costante oggi può diventare inadeguato in 20–30 anni, quando l’inflazione ha ridotto tante cose: medicinali, bollette, cura quotidiana.

Strategie per difendersi

Per contrastare questa doppia erosione, è fondamentale adottare una strategia previdenziale dinamica:

  • Rendite indicizzate all’inflazione – costose, ma proteggono il potere d’acquisto.
  • Portafoglio “real” – investimenti in azioni, immobili o titoli legati all’inflazione.
  • Decumulo flessibile – prelevi che si adattano alle necessità reali e all’inflazione.
  • Riserva finale dedicata – un fondo specifico per coprire gli ultimi anni di vita.

Queste soluzioni non mirano alla perfezione, ma a mantenere il valore reale del capitale nel tempo.

Una metrica nuova: potere d’acquisto annuo residuo

È insufficiente sapere “se i soldi dureranno fino a 90 anni”. La vera domanda è:

“Quanto potrò continuare a comprare ogni anno, fino a 90 o 95 anni?”

Serve una metrica integrata tra durata della vita e valore reale del denaro, il cosiddetto potere d’acquisto annuo residuo. Questa misura risponde alla domanda: “Quei soldi manterranno la loro funzione anche negli anni più avanzati?”.

In conclusione

  • La longevità crescente espande l’orizzonte temporale da coprire.
  • L’inflazione erode gradualmente il valore dei risparmi.
  • Un piano previdenziale sostenibile deve coniugare durata reale e valore protetto nel tempo.

Non si tratta solo di vivere a lungo, ma di vivere bene e con autonomia. Un obiettivo che richiede consapevolezza, strumenti adeguati e una pianificazione previdenziale all’altezza del tempo che davvero vivremo.

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