Il Buffett Indicator: un termometro della Borsa
Quando Warren Buffett, considerato uno dei più grandi investitori di tutti i tempi, definì un certo rapporto tra Borsa ed economia “probabilmente il miglior indicatore singolo del livello di valutazione generale del mercato”, la comunità finanziaria lo battezzò Buffett Indicator.
Oggi questo indicatore è spesso citato da analisti e media come bussola per capire se il mercato azionario di un Paese — in particolare quello statunitense — sia gonfiato oltre misura o ancora in territorio di valore ragionevole.
Come si calcola
Il Buffett Indicator è la semplice divisione tra:
Capitalizzazione di mercato totale delle società quotate / PIL nominale del Paese
- Capitalizzazione di mercato: la somma del valore di tutte le azioni quotate (negli USA si usa spesso il Wilshire 5000 come riferimento).
- PIL nominale: il valore complessivo dei beni e servizi prodotti dal Paese in un anno, misurato ai prezzi correnti.
Il risultato si esprime in percentuale. Ad esempio, un rapporto del 120% significa che il valore totale delle società quotate è pari al 120% del PIL.
Come si interpreta
L’idea di Buffett è intuitiva: in un mercato “in equilibrio” il valore delle aziende quotate non dovrebbe discostarsi troppo dalla dimensione dell’economia reale che le sostiene.
Storicamente, per gli Stati Uniti, si è osservato che:
- Sotto il 80–90% → mercato tendenzialmente sottovalutato
- Tra il 90% e il 115% → valutazioni in linea con la media storica
- Oltre il 130–150% → possibile sopravvalutazione e rischio di bolla
Alla data di scrittura di questo articolo, 13 agosto 2025, il Buffet Indicator è a 212,3%.
Valori molto elevati non garantiscono un imminente crollo, ma segnalano che il mercato sta “correndo” più velocemente dell’economia reale.
A cosa serve
Il Buffett Indicator non è uno strumento di trading rapido, ma un indicatore macro di lungo periodo. È utile per:
- Avere un’idea generale di quanto il mercato sia caro o a buon prezzo.
- Valutare il rischio di investire in una fase di euforia collettiva.
- Confrontare cicli storici e individuare eccessi speculativi (come nel 2000 o nel 2021).
Peculiarità e criticità
Come ogni indicatore, anche questo ha limiti importanti:
- Globalizzazione: molte aziende generano gran parte dei ricavi all’estero, ma il PIL è domestico; ciò può gonfiare il rapporto.
- Tassi di interesse: in periodi di tassi molto bassi, i mercati tendono a sopportare multipli più alti, rendendo le soglie storiche meno affidabili.
- Inflazione: può alterare temporaneamente sia il PIL nominale sia la capitalizzazione di mercato.
- Tempistica: l’indicatore può restare “alto” per anni prima di una correzione significativa.
In sintesi
Il Buffett Indicator è come un termometro: non dice quando arriverà la febbre, ma segnala se il corpo — il mercato — sta scaldando troppo. È un utile punto di riferimento per capire il contesto generale in cui ci si muove, ma non sostituisce analisi più approfondite sui singoli titoli o settori.