Trasferirsi all’estero è spesso l’inizio di una nuova vita. Chi possiede investimenti in Italia, però, si imbatte presto in un dubbio cruciale:
“Posso mantenere il regime amministrato sul mio portafoglio titoli o devo passare al dichiarativo?”
La risposta, chiara ma sorprendentemente poco conosciuta, è arrivata di recente dall’Agenzia delle Entrate.
Chiarimento dell’Agenzia delle Entrate
Con la Risposta n. 208/2025, l’Amministrazione finanziaria ha ribadito tre punti chiave:
Queste indicazioni confermano che la normativa può differire dalle prassi ancora diffuse tra alcuni operatori.
Un principio già noto da tempo
Non si tratta di una novità. Già la circolare del Ministero delle Finanze n. 165/1998 chiariva che, per i non residenti, il regime amministrato è il “regime naturale”.
Il riferimento normativo resta il d.lgs. n. 461/1997, che disciplina la tassazione dei redditi finanziari senza limitazioni per chi risiede all’estero.
Eppure, in molti ambienti bancari e consulenziali persiste l’errata convinzione che il regime amministrato sia riservato solo ai residenti in Italia. Un equivoco che ha indotto numerosi investitori a scelte non ottimali, tra burocrazia inutile e maggiori costi di compliance.
Regime amministrato: vantaggi e limiti
Per un risparmiatore che vive all’estero, il regime amministrato resta un’opzione pratica perché:
Questa efficienza riduce burocrazia e adempimenti, ma non sempre è la scelta fiscalmente più vantaggiosa.
Quando il regime dichiarativo può convenire
Se il Paese di residenza applica un’aliquota sulle rendite finanziarie più bassa di quella italiana (26% su capital gain e interessi, 12,5% su titoli di Stato), il regime dichiarativo può risultare più conveniente:
La scelta, quindi, non è solo tra semplicità e complessità, ma tra comodità e ottimizzazione fiscale.
Conclusione: la strategia giusta è personale
In un mondo globale, conoscere le regole è essenziale per evitare decisioni penalizzanti.
Chi si trasferisce all’estero non perde il regime amministrato: la normativa lo consente espressamente.
La domanda vera è un’altra: qual è il regime più vantaggioso per il mio profilo e per il Paese in cui vivo?
Per rispondere servono:
Prossimo passo
Prima di decidere, effettua un check-up fiscale personalizzato. Confrontare le aliquote del tuo Paese di residenza con quelle italiane e simulare i due regimi può trasformare una semplice “conferma normativa” in una strategia patrimoniale vincente.
OCF n. 2425 del 19/03/2024
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